11-03-2020 ore 14:39 | polocosmesi
di Lisa Dansi

Polo Cosmesi. Le aziende affrontano con forza e professionalità l'emergenza sanitaria

Mentre il coronavirus sta cambiando radicalmente la situazione delle aziende, soprattutto quelle delle zona gialla, per gli imprenditori l’imperativo resta uno solo: cercare di salvare il proprio business e i posti di lavoro. Di fronte ad una tale emergenza, abbiamo rivolto alcune domande a Matteo Moretti, presidente del Polo della Cosmesi, l’associazione cremasca che riunisce oltre 80 imprese della filiera produttiva cosmetica, molte delle quali sono concentrate proprio in Lombardia, una delle regioni più colpite dall’emergenza.

 

Com’è cambiata la vita in azienda in queste ultime settimane?

“Radicalmente e in modo inaspettato: ci siamo trovati a far fronte ad un’emergenza globale, imprevista e imprevedibile. Il pensiero è corso subito ai collaboratori e alle loro famiglie, a come preservare la loro salute e incolumità, ma al contempo, da imprenditore, ho dovuto affrontare anche una quotidianità lavorativa fatta di: fake news, dubbi, paure, screening delle temperature, mascherine di protezione, gel igienizzanti, controlli costanti, niente voli né strette di mano. Un modo di essere, di lavorare, di vivere a cui nessuno ci aveva preparato, ma con il quale abbiamo dovuto presto imparare a convivere”.

 

Come avete reagito all’emergenza?

“In questa situazione così problematica una cosa è stata subito chiara: non era possibile fermarsi in attesa di aiuti dal mondo politico o dalle istituzioni, occorreva reagire e andare avanti. E così abbiamo fatto. Dove è stato possibile abbiamo portato avanti il lavoro in essere, adottando tutte le misure a tutela della salute dei collaboratori e dei clienti, e dove non è stato possibile continuare nell’operato quotidiano come facevamo prima ci siamo attrezzati con turni, mail, smart working e conference call. Non senza difficoltà”.

 

Che cosa si sentirebbe di dire ai tanti imprenditori che come lei stanno vivendo questa situazione?

“Dare consigli è sempre difficile, ma sicuramente la strada è quella di rimboccarsi le maniche e reagire. Subito. I conti si faranno più avanti; ora è il momento di essere determinati e coesi, fare fronte comune, aiutarsi se occorre. Il networking, d’altronde, serve proprio a questo. È importante rassicurare i clienti, soprattutto all’estero, che la merce non è contaminata e che le aziende italiane hanno adottato immediatamente tutte le misure di prevenzione e le prescrizioni igienico-sanitarie indicate dal Ministero della Salute e dal Governo. L’attenzione è altissima”.

 

In questi giorni l’immagine dell’Italia all’esterno è quella di un Paese duramente colpito dall’epidemia, ma determinato a reagire. È cosi?

“Sì. Anzi vorrei sottolineare la forza, il coraggio e la dignità con cui le aziende italiane stanno affrontando questa emergenza. In Lombardia e in particolare nel cremasco e nel lodigiano, alcune delle zone più colpite da questa emergenza e dove vengono prodotti oltre il 65% dei cosmetici mondiali, le aziende hanno dimostrato determinazione e professionalità continuando a lavorare senza compiangersi. Nessuno di noi si è fermato. Una lezione di stile e di serietà per tutti. É questo è il Made in Italy che vogliamo portare nel mondo e che vogliamo rappresentare come Polo della Cosmesi”.

 

Il Decreto Ministeriale dell’8 marzo ha dato un’ulteriore giro di vite per limitare il contagio, ma ha preservato le attività produttive e la circolazione delle merci

“Questa è un’ultima possibilità prima della chiusura totale delle aziende. L’invito a tutti è di rispettare scrupolosamente le disposizioni della Regione Lombardia e limitare le attività sociali al di fuori dell'ambito lavorativo. La minima leggerezza potrebbe portare al blocco totale delle attività. Siamo un grande Paese e un grande Paese si riconosce dal suo senso civico”.

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