10-06-2019 ore 19:11 | associazione libera artigiani
di Giovanni Colombi

Assumere colf o badanti conviene? La Libera Artigiani di Crema spiega il perché

Quello relativo a colf e badanti è un tema sfuggente, spesso dato per scontato ma che poi, alla prova dei fatti, si rivela pressoché confuso. Tanto per cominciare: che differenza c’è tra colf e badante? E, inoltre, qual è l’iter per regolarizzare una di queste figure, che, detto per inciso, rientrano in categorie professionali precise? A queste e altre domande risponde un servizio appositamente predisposto dalla Libera Associazione Artigiani di Crema - via Di Vittorio 36 – per venire incontro alle esigenze del caso; ci lavorano Laura Tedoldi e Maria Serena Pedrabissi. A loro abbiamo rivolto quei dubbi comuni a una qualsiasi persona che, in molti casi per necessità, si dovesse trovare a fronteggiare una situazione delicata, come la non autosufficienza di un parente, per esempio.

 

Innanzitutto, che cosa significa colf e cosa si intende invece per badante?
Colf è chi si occupa della casa; di cucinare; compiere commissioni, come il fare la spesa, e altro ancora - spiega Pedrabissi - Il badante, invece, assiste e accudisce le persone. Detto questo, ci sono poi altre differenze, a seconda della tipologia della figura professionale e del tipo di impegno richiesto”.

Quali, nel dettaglio?
Quella di colf è una figura solitamente part-time e quindi occorre sapere per quante ore avremmo bisogno del suo lavoro e come distribuirle nell’arco di un giorno o di una settimana. Bisogna sapere, infatti, che non ci sono limiti minimi ma un massimo di 40 ore di lavoro a settimana, con un giorno e mezzo di riposo obbligatorio. Il discorso per la figura di badante è più complesso”. Prego. “Dipende se necessitiamo o meno di una persona che debba convivere con chi ha bisogno di assistenza. Se convivente, è quasi sempre a tempo pieno, usufruisce di vitto e alloggio, oltre al normale compenso e ha un limite orario di 54 ore a settimana. In alcuni casi particolari – persone dai 16 ai 40 anni di età, purché frequentanti corsi di studio -, la convivenza può anche essere part-time e allora il limite massimo è di 30 ore settimanali. Il badante non convivente, invece, ha diritto a un impiego che non superi le 40 ore settimanali”. “Bisogna anche capire a quale livello inquadrarlo - interviene Tedoldi - “C’è chi è chiamato ad accudire persone non autosufficienti e altre che invece si prendono cura di persone con un maggiore grado di autonomia. Alcuni vantano anche una qualifica professionale e, di conseguenza, hanno diritto a un livello di inquadramento più elevato. Se quest’ultimo caso riguarda un collaboratore non italiano, allora bisogna che quest’ultimo regolarizzi il suo eventuale attestato che, in caso contrario, non avrebbe validità alcuna nel nostro Paese”.

Non è un segreto che molti optino per una collaborazione “in nero”, senza rendersi conto che, così facendo, possono incorrere in rischi anche molto gravi.
“Certo - prosegue Tedoldi - la conseguenza più grave a cui si può incorrere in questo caso è il reato di favoreggiamento di immigrazione clandestina; un reato penale. Molte volte, di fronte alla necessità, si è tentati di accantonare la prudenza e si è anche disposti a chiudere gli occhi di fronte a un permesso di soggiorno scaduto o addirittura all’assenza di un permesso”.

Leggerezze che si possono pagare pesantemente, dunque
“Sì, ma a parte questo ci sono altri pericoli: la persona che lavora per noi potrebbe infortunarsi durante le mansioni che svolge a casa nostra oppure ancora, in fase di fine rapporto, potrebbe pretendere dei soldi che noi gli avevamo già pagato, ma “in nero”.

Forse, potrebbe esserci anche il timore di non poter licenziare il collaboratore e doverlo quindi retribuire anche qualora non ci fosse più bisogno del suo servizio
Non è così, perché questo tipo di rapporto di lavoro può interrompersi dall’oggi al domani, senza problemi”.

Quale tipo di servizi offre la Libera, al riguardo?
Ogni tipo di consulenza in merito, oltre alla comodità del non doversi occupare in prima persona degli adempimenti richiesti. Pensiamo noi, infatti, a preparare le pratiche di assunzione attraverso il portale dell’Inps, a gestire il cedolino delle paghe mensili e a predisporre i bollettini trimestrali dei contributi”.

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