10-04-2018 ore 15:43 | Economia - Mercati
di Andrea Galvani

Brexit, i possibili effetti sulla Lombardia. Un giro d’affari che supera gli 8 miliardi di euro

Mentre proseguono le trattative tra Unione europea e governo britannico, Polis Lombardia ha studiato i possibili scenari e stilato un dettagliato rapporto (integrale in allegato). L’interscambio commerciale tra la Lombardia e il Regno Unito è poco meno di un quarto (24%) di tutte le esportazioni italiane, anche se il peso sull’export regionale è del 5,5 per cento.


Metalli, chimica e prodotti elettrici

La Lombardia esporta nel Regno unito il doppio rispetto al resto d’Italia dei metalli (dal 6% nazionale al 13% regionale) e dei prodotti chimici (dal 4 nazionale al 10%). Cresce la percentuale degli apparecchi elettrici (dal 5% italiano all’8,5% lombardo). Inferiori al resto d’Italia il trasporto, il tessile (12%) e l’alimentare (9,5%).


La contrazione delle esportazioni

Se dal referendum Brexit ad oggi la perdita di valore della sterlina non ha creato particolari oscillazioni nelle esportazioni, non è ancora chiaro quale sarà lo scenario futuro. “Nella peggiore delle ipotesi – si legge nel report Polis Lombardia – ovvero nel caso in cui non si trovi un nuovo accordo commerciale tra Ue e Regno Unito e si tornasse alle norme dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), verrebbero reintrodotti i dazi. Le stime prevedono un impatto sul Pil britannico compreso tra il 2 e il 10 per cento, che equivale a una contrazione delle esportazioni compresa tra l’8 e il 35 per cento”.


Il passaporto finanziario

Nel Regno Unito 530 imprese partecipate da capitali lombardi (1.611 da capitali italiani) danno lavoro a 18 mila persone e fatturano 8 miliardi di euro. Molto difficilmente rientreranno in Italia. Oltre all’accesso diretto al mercato unico l’Inghilterra perderà anche il “passaporto finanziario” che le banche e altri operatori con sede a Londra utilizzano per offrire servizi finanziari in Europa. Le grandi banche sono al lavoro per gestire il dopo Brexit, “ma Milano è una capitale finanziaria poco considerata: le vengono preferite piazze come Parigi, Francoforte o Dublino”.


Residenti e migranti temporanei

Con la fine della libera circolazione delle persone torneranno i vecchi passaporti blu. Nel 2016 gli italiani iscritti all’Anagrafe italiana residenti all’estero (Aire) erano 261.585; il Consolato italiano stima che complessivamente siano circa 600 mila i nostri connazionali presenti in Inghilterra e Galles. Non esiste un dato ufficiale su quanti siano lombardi, ma sulla base dei valori dei flussi migratori si stima siano 31 mila i lombardi residenti, mentre 24 mila i “migranti temporanei”. Ad oggi, quando si sarà concluso il periodo di transizione e Brexit sarà definitiva, chi risiederà in Gran Bretagna da cinque anni potrà chiedere la residenza e continuerà a beneficiare di tutti i diritti sociali e sanitari che oggi gli sono concessi in quanto cittadini comunitari. Chi arriverà in Inghilterra durante la transizione avrà gli stessi diritti di chi è arrivato prima della Brexit.

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