Ad un anno dall'inizio della pandemia, è difficile trovare conforto nelle statistiche. Guardare ai numeri può sembrare uno sterile esercizio di masochismo, ma non è così. Serve a capire cos'è successo, com'è cambiata e come sta mutando la società, e a progettare nuove ripartenze. Lo stesso vale per il mercato del lavoro. Alcune tendenze sono di facile intuizione: come in tutte le crisi, l'occupazione cala e la disoccupazione aumenta. Altri andamenti, invece, informano delle strategie di reazione e dei comportamenti collettivi in una situazione critica, e la provincia di Cremona non fa eccezione.
Le tendenze principali
In poco meno di 12 mesi il mercato del lavoro cremonese è cambiato (tutti i dettagli nell'infografica allegata). Rispetto al 2019 è calato il numero di occupati, cioè le persone con un lavoro, passati da 154 mila a 145 mila. È calato anche il tasso – cioè il rapporto tra gli occupati e la popolazione di riferimento – tornato ai livelli del 2010 (con il 63,4%). Al contempo, è aumentata la disoccupazione, dal 5% al 5,7%: un aumento di circa un migliaio di persone, modesto rispetto alle aspettative. Preoccupa invece la crescita dell'inattività: un flusso di 8 mila persone ha gonfiato il tasso, portandolo dal 29,5% al 32,7%. In altri termini, una persona su tre non lavora né cerca attivamente lavoro. In periodi come questi, dispositivi come la NASPI ed il Reddito di cittadinanza rappresentano sistemi di protezione fondamentale.