09-01-2021 ore 14:28 | confartigianato
di Giovanni Colombi

Estetiste e acconciatori. Confartigianato Crema: "no a nuove chiusure discriminatorie"

Dopo l’amara sorpresa del DPCM del 3 novembre, che ha escluso i centri estetici dalle attività di servizi alla persona consentite nelle zone “rosse”, gli estetisti di Confartigianato chiedono che, nell’ambito dei prossimi provvedimenti governativi, non si ripeta lo stesso clamoroso errore, segnalato ripetutamente dalla stessa Confederazione, e che ancora sta facendo sentire i suoi effetti con la pesante penalizzazione subita dai centri estetici nei tanti giorni “rossi” del periodo natalizio durante il quale solitamente si presta una maggiore attenzione alla cura della persona.

 

Rischio per imprese e salute dei cittadini

“Questa ingiustificata discriminazione ci danneggia e ci mortifica – ha dichiarato Roberta Porchera, referente del settore benessere-estetica-acconciatura di Confartigianato Crema, riprendendo le posizioni sostenute dalla confederazione nazionale - Oltre a colpire economicamente le nostre imprese, mette a rischio la salute dei nostri clienti, bersagliati dalle offerte degli operatori abusivi che, in quanto tali, non subiscono alcuna restrizione. Come Confartigianato riteniamo profondamente ingiusto il trattamento riservato ad una categoria che ha sempre applicato le regole con la massima diligenza ed ha rispettato, in questo periodo di emergenza sanitaria, tutte le misure previste per offrire ai propri clienti le migliori garanzie di sicurezza”.

 

Le attività di servizi alla persona

Nell’ambito delle attività di servizi alla persona, così come è stata giustamente ritenuta essenziale l’attività di acconciatura, parimenti dovrebbe essere considerata quella di cura del corpo, e Confartigianato ha chiesto di conoscere le ragioni che hanno motivato la scelta di costringere alla chiusura le imprese di estetica: “Nonostante le numerose sollecitazioni, il Governo non ha mai fornito spiegazioni. La decisione è stata assunta perché esistono dati dai quali emerge un significativo numero di contagi nei nostri centri? – ha aggiunto la Porchera – Se ci sono li rendano noti, altrimenti rivedano questa posizione già dal prossimo DPCM”. Ma anche altre limitazioni hanno colpito tutte le attività del benessere che in molti territori si sono viste privare dalla possibilità di ricevere i propri clienti residenti in comuni diversi e che hanno dovuto subire le più svariate interpretazioni del locali Organismi di controllo a fronte della chiusura nei week end delle attività nei centri commerciali.

 

Mancata chiarezza

“Non c’è stata chiarezza e la confusione ingenerata da queste misure ha danneggiato anche gli acconciatori, nonostante questa attività rientrasse nell’allegato 24 al DPCM del 3 novembre” ha proseguito la rappresentante cremasca di Confartigianato Benessere. “Gli acconciatori non sono esercizi commerciali e pertanto deve essere chiarito che non rientrano nelle attività soggette a chiusura nell’ambito dei centri commerciali. Così come deve essere reso esplicito che è sempre possibile lo spostamento tra Comuni per raggiungere il proprio acconciatore/estetista di fiducia. Noi non vendiamo merce, i nostri servizi sono personalizzati e fiduciari, non si affida il proprio corpo a chiunque. Ribadisco: da questo punto di vista c’è stata grande confusione e applicazioni difformi da provincia a provincia se non addirittura da comune a comune, lasciate alla interpretazione di chi doveva vigilare sul rispetto delle limitazioni previste”.

 

La voce di Confartigianato

L’appello di Confartigianato al Governo è dunque quello di accogliere le istanze del settore ripristinando, nell’ambito dei prossimi provvedimenti, una situazione che consenta alle imprese regolari di operare con serenità, nell’osservanza delle regole a tutela della salute dei cittadini, dell’economia del settore e dello stesso Paese.

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