Mimmo Palmieri segretario Generale Spi della Cgil Cremona commenta le proteste, che stanno avvenendo in diverse Ats, riguardo alle modifiche introdotte dall’Inps con il bando relativo all’assistenza domiciliare. Come dichiara Palmieri: “le nuove disposizioni rischiano di avere pesanti ricadute negative sulle attività degli Ats convenzionati, ai quali viene sottratta la funzione di coordinamento degli interventi sociali territoriali, e prevedono la cancellazione di alcune prestazioni integrative sociali, già oggi carenti e quindi più necessarie, sostituendole con prestazioni sanitarie svolte da professionisti privati. Inoltre, viene meno il piano di assistenza individualizzato e il ruolo degli Ats nella verifica dell’appropriatezza delle prestazioni”.
I tre nodi cruciali
La Cgil ha contestato all’inps tre aspetti: la radicale modifica della natura delle prestazioni integrative interventi di natura sociale a sostegno della domiciliarità, come i servizi socio assistenziali svolti dagli Oss, i servizi di sollievo ai caregiver, l’accesso ai centri diurni ed extra domiciliari, i servizi di trasporto assistito e la fornitura di ausili che in passato hanno dato risposte concrete ai bisogni socio assistenziali delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie, oggi sostituiti da prestazioni sanitarie affidate a professionisti privati. Il secondo punto riguarda l’eliminazione delle anticipazioni monetarie, che penalizza in particolare le famiglie più fragili, spesso impossibilitate ad anticipare le spese in attesa del rimborso e infine la marginalizzazione del ruolo pubblico di garanzia a favore degli utenti, tradizionalmente svolto dagli Ats.
Problema occupazionale
Particolarmente grave è anche l’impatto occupazionale derivante dalla decisione dell’Inps di non ricorrere più, attraverso gli Ats, ai servizi erogati da cooperative ed enti del terzo settore. Spi Cgil ritiene indispensabile attivare sinergie con i livelli istituzionali e con tutti gli attori sociali che condividono la richiesta di modifica del bando, sensibilizzando i sindaci dei comuni capofila d’Ambito, gli Anci regionali, gli assessori regionali alle politiche sociali, nonché i parlamentari eletti nei territori, affinché intervengano.