07-04-2021 ore 15:30 | polocosmesi
di Bibiana Sudati

Polo della Cosmesi e la sinergia tra aziende. Il punto con il vicepresidente Ivan Massari

Sono molteplici le sfide che il mercato impone alle aziende della cosmesi. Rapidità di risposta, prodotti sempre più innovativi, alta tecnologia e un bagaglio di competenze e know-how da potere spendere nella competizione internazionale. La risposta a queste continue sollecitazioni sta in una parola sola: sinergia. Un mantra al quale sono devote soprattutto le piccole-medie imprese, predisposte per natura ad aggregarsi per aumentare opportunità di business e al tempo stesso accrescere il peso specifico del proprio settore di attività, dandogli valore e voce. Lo hanno capito bene anche le associazioni di settore come il Polo della Cosmesi che ha applicato questo concetto a livelli più alti, entrando nella rete del Global Cosmetic Cluster Europe. In sostanza, la stretta collaborazione dei più importanti cluster europei della cosmetica. Ma quali sono le sue finalità e come funziona il GCC.EU? Lo abbiamo chiesto a Ivan Massari, vicepresidente del Polo con delega all’innovazione e all’internazionalizzazione.

 

Perché si è sentito il bisogno di creare un progetto come GCC.EU?

“GCC.EU ha l’obiettivo di promuovere fortemente la conoscenza del settore cosmetico, l’interazione tra aziende di paesi diversi e favorire la possibilità di partecipare a eventi internazionali tramite lo sviluppo delle conoscenze relative ai mercati internazionali e la successiva partecipazione a missioni e fiere nei paesi di riferimento. Se è chiaro che il mercato è ormai globale, è altrettanto chiaro che è necessario mettere in campo strumenti straordinari per far sì che le aziende possano accedere a questo mercato mondiale con le giuste competenze e un aiuto concreto”.

 

Cosa vi aspettate da questa unione?

“Obiettivo fondamentale è portare all’attenzione delle istituzioni il ruolo e il peso del settore cosmetico in termini di occupazione e contributo alla bilancia commerciale. Ci sono paesi di economie emergenti che si stanno muovendo molto bene, quindi una rete a livello europeo, con il giusto supporto da parte dei policy makers, è strategico per competere ed eccellere anche in futuro”.

 

Entrando nel concreto, cosa significa per le aziende della cosmesi fare sinergia?

“Si parte da un presupposto: il mercato vuole prodotti sempre più performanti e in tempi brevissimi, prodotti a volte complessi che un’azienda sola non riesce a realizzare perché non ha all'interno tutte le competenze e le tecnologie necessarie. Questo vale per ogni settore di produzione, dalla formulazione al packaging, alla decorazione e così via. Inoltre, è sempre più comune la necessità di valutare e sfruttare le possibilità date dall’interazione tra una particolare formula e un ben preciso pack. La collaborazione tra aziende con peculiarità specifiche è l’unica via per rispondere alle esigenze di un settore sempre più alla ricerca di novità e qualità”.

 

Cosa richiedono le aziende ad un’associazione come il Polo?

“Il Polo è nato nel 2005 dall’esigenza di dare voce e unione alle tante aziende “conto terzi” del settore cosmetico che caratterizzavano il territorio di Crema. Con il tempo l’associazione è cresciuta arrivando a coinvolgere oltre 80 aziende situate nel quadrilatero tra Crema, Bergamo, Milano e Brianza, luogo dal quale proviene il 65% della produzione mondiale di make-up. Il Polo oggi ha il compito di rispondere a molteplici esigenze: dalle problematiche regolatorie, sempre più differenziate anche per area geografica, all’esigenza di avere contatti con aziende che possano rispondere a bisogni di specifiche competenze, permettendo quindi lo sviluppo di sinergie. Un altro ruolo fondamentale che la nostra associazione ha sempre avuto e che continua a sviluppare è aiutare il processo di internazionalizzazione delle aziende associate, soprattutto delle piccole imprese, agevolando l’organizzazione di fiere e missioni internazionali, realizzando "collettive", dove le aziende possono usufruire di spazi espositivi ai quali difficilmente riuscirebbero ad accedere da sole”.

1646