In occasione della 48esima edizione del forum sullo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive di European house Ambrosetti a Villa d’Este, i vertici di A2A hanno presentato i risultati della ricerca incentrato sull’autonomia energetica italiana: acqua, vento, sole, rifiuti le nostre materie prime, sottolineando “il fondamentale contributo delle regioni per il raggiungimento degli obiettivi”.
Autonomia e risorse
Emerge come l’Italia oggi sia quintultima in Europa per autonomia energetica (22,5% vs. 39,5% di media UE al 2019) ma seconda per disponibilità di risorse rinnovabili sul proprio territorio. Sfruttando le sue materie prime (acqua, vento, sole e rifiuti) e agendo su elettrificazione dei consumi ed efficientamento, l’Italia può raggiungere il 58,4% di autonomia energetica, quasi triplicando gli attuali livelli, con un incremento di circa quattro volte rispetto a quello rilevato negli ultimi 20 anni.
Rinnovabili e rifiuti
È plausibile ipotizzare una crescita di potenza installata di 105,1 GW di solare, 21,1 GW di eolico e 3,3 GW di idroelettrico dall’attivazione delle fonti di energia rinnovabili nei nostri territori, a tecnologie correnti e vincoli normativi e strutturali in essere. Circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti possono essere avviati a recupero energetico producendo elettricità per oltre 7 TWh (+55% rispetto al 2020).
Potenziale addizionale
La valorizzazione del biometano può attivare circa 6,3 miliardi di m3 (8% del consumo nazionale e 22% del gas importato dalla Russia). La Lombardia offre maggiore opportunità di sviluppo nell’ambito dell’autonomia energetica italiana. Con Sicilia, Puglia e Piemonte rappresenta circa il 43% di potenza addizionale (+55,1 GW) e il 44% della produzione addizionale da fonti energetiche rinnovabili (+92,7 TWh).