Offanengo. V.H.I.T. spa, lettera aperta dei dipendenti: "non lasciateci soli ad affrontare la crisi". Il timore è che la produzione venga trasferita lontano dal cremasco
"Chi scrive è un gruppo di dipendenti che produce pompe del vuote per l'auto. Noi lavoratori assunti a tempo indeterminato, la crisi del settore dell'auto, dal 2008 ad oggi praticamente non l'abbiamo sentita, perché è stata gestita con 10 settimane di cassa integrazione e con la mobilità volontaria ed incentivata di circa 80 dipendenti (impiegati ed operai), ma chi ha pagato la crisi in maniera pesante sono stati i lavoratori interinali ed i dipendenti delle cooperative che lavorano presso il nostro stabilimento".
Azienda ristrutturata
"In questi anni di crisi la direzione aziendale, insieme a tutti i dipendenti, ha ristrutturato l'azienda cambiando metodo di lavoro e facendo interventi ed investimenti importanti anche sulle infrastrutture, il tutto è durato circa tre anni ed a detta della direzione aziendale ha portato al raggiungimento di buoni risultati, con riconoscimenti sia a livello nazionale che dalla casa madre in Germania".
Costretti alle ferie
"Ma la crisi, soprattutto del mercato europeo, che è quello che più interessa la V.H.I.T., perché produciamo per Mercedes, Psa, Audi, Volkswagen oltre a Iveco e Same, ci vede costretti in questo periodo ad utilizzare le ferie per sopperire al calo dei volumi".
Il calo dei volumi
"Le previsioni sono di ulteriore calo dei volumi, infatti dopo la chiusura estiva, i nostri sindacalisti con i delegati di fabbrica dovranno andare a discutere gli ammortizzatori sociali da utilizzare fino a metà del 2015, perché in queto periodo è in previsione il lancio di un nuovo prodotto che ci dovrebbe garantire il futuro, altrimenti anche la V.H.I.T. spa, l'azienda metalmeccanica più grande del territorio cremasco, ha il destino segnato".
"Enormi sacrifici"
"Abbiamo deciso di scrivere questa lettera alle istituzioni a livello regionale, provinciale ed ai sindaci del territorio cremasco perché non lascino da solo il sindacato ed i lavoratori nell'affrontare questa crisi di cui non si vede ancora la fine, per noi lavoratori questo è l'unico posto di lavoro possibile, per il quale abbiamo fatto e stiamo facendo enormi sacrifici".
I timori
"Il nostro timore è che con il pretesto della crisi la dirigenza di Stoccarda decida di trasferire la produzione e lo sviluppo delle pompe del vuoto in altri territori nazionali o internazionali".