06-05-2020 ore 20:48 | Economia - Sindacati
di Claudia Cerioli

Covid19, Fase 2. Paola Marazzi, Cisl, su ‘sicurezza in agricoltura e agro alimentare’

Si è appena aperta la fase due dell’emergenza Coronavirus e molte attività, legati a molteplici comparti produttivi, hanno ricominciato a lavorare. Lavoro che non si è mai arrestato per quanto concerne il settore agro-alimentare che ha dovuto addirittura incrementare le produzioni per sostenere la domanda dei consumatori e non far mancare agli italiani i beni alimentari di prima necessità. Come spiega Paola Marazzi della Fai Cisl Asse del Po “le imprese hanno dovuto riorganizzarsi rimodulando gli assetti organizzativi, scaglionando gli orari di ingresso e di uscita, riducendo gli accessi alle mense e favorendo lo smart working per evitare al massimo assembramenti soprattutto nelle zone comuni come spogliatoi, mense e zone ristoro. Ovviamente con la Fase 2 sarà necessario continuare a mettere in atto tutte le misure di prevenzione del contagio previste dal protocollo nazionale e dai protocolli sottoscritti nelle singole realtà produttive. Sarà necessario cercare far fronte all’esigenza dei genitori: vista la chiusura delle scuole, sono costretti a casa cercando di favorire l’utilizzo di ferie residue, congedi parentali e dove è possibile lo smart working”.

 

Difficile dove il sindacato non è presente”

“Le maggiori difficoltà riguarderanno il rispetto da parte di tutti i soggetti che entrano in azienda, penso a ditte esterne e agli appalti, dei protocolli sulla sicurezza sanitaria e il contenimento del contagio, sarà necessario mettere in atto confronti fra gli Rls delle diverse aziende. Il monitoraggio sarà invece veramente complicato in quelle realtà dove il sindacato non è presente, purtroppo in queste aziende avere un riscontro reale di ciò che viene fatto in termini di salute e sicurezza è difficile, con tutti i rischi connessi”.

 

Sorveglianza in agricoltura

“In agricoltura sarà necessaria maggiore sorveglianza sanitaria, sarebbe utile condividere con le associazioni datoriali un protocollo provinciale per mettere nelle condizioni anche questi lavoratori di proseguire le attività in sicurezza”. La difficoltà maggiore è stata quella di avere alle dipendenze lavoratori che non hanno potuto e tutt’ora non possono rientrare in Italia. La mano d’opera in questo settore è composta principalmente da lavoratori stranieri che fra gennaio e febbraio abitualmente fanno rientro nei paesi d’origine e dal momento in cui è stato proclamato il lockdown non hanno potuto rientrare presso le proprie residenze, causando quindi per loro un grave danno economico e per le aziende agricole una carenza di personale esperto”.

 

Protocolli nelle industrie alimentari”

Le industrie alimentari hanno dovuto far fronte sia alla paura, giustificata, delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, che venivano chiamati a garantire gli approvvigionamenti di generi alimentari ai supermercati ma anche alla difficoltà, soprattutto nel primo periodo, di reperimento dei Dpi necessari a garantire a tutti di continuare le attività in sicurezza. Fondamentale è stato il senso di responsabilità dei lavoratori e il coinvolgimento, dopo un primo momento di diffidenza da parte di alcune aziende, degli Rls e Rsu aziendali nella sottoscrizione dei protocolli. Questo lavoro di partecipazione ha fatto si che le produzioni potessero continuare avendo come obbiettivo comune quello di garantire la salute delle lavoratrici e dei lavoratori.

 

Cassa per bar e ristoranti”

I settori più colpiti del comparto sono stati ovviamente quelli le cui produzioni sono legate alla ristorazione e ai bar, che saranno fra le ultime attività a poter riaprire. Le piccole realtà artigianali ed i terzisti sono stati obbligati a richiedere l’apertura della cassa integrazione ordinaria, per poter garantire ai dipendenti un’entrata economica data dall’ammortizzatore sociale. Purtroppo però, in alcuni casi di estrema difficoltà, le aziende in mancanza di entrate economiche, hanno richiesto il pagamento diretto da parte dell’Inps. Una situazione che con il passare delle settimane è sempre più difficile da sostenere per le famiglie perché le migliaia di domande pervenute all’ente rallentano inevitabilmente le erogazioni della Cigo”.

 

Liquidità in tempi rapidi”

Il dialogo con le istituzioni è stato costante e positivo, è necessario però fare in modo di assicurare a tutti, aziende e lavoratori, liquidità in tempi rapidi e dare effettivo sostegno ai settori più duramente colpiti, è importante che in questo momento di incertezza, nessuno resti indietro e si senta abbandonato dalle istituzioni. Sarà fondamentale essere pronti per la ripartenza continuando a garantire la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro”.

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