04-10-2019 ore 20:40 | Economia - Aziende
di Lidia Gallanti

Cremasco. Renato Ancorotti: "competenza e coraggio per esportare la propria identità"

Cosmesi: dal territorio cremasco al mondo, per esportare valore, conoscenza e cultura. Renato Ancorotti, titolare dell’omonima azienda e presidente di Cosmetica Italia, traccia il quadro del comparto produttivo tra investimenti, prospettive e scommesse future. Il tavolo di cristallo riflette il trofeo “Cosmopack Award” per la migliore formulazione di make-up. È stato assegnato alla Ancorotti Cosmetics in occasione della diciassettesima edizione di Cosmoprof North America a Las Vegas, una delle tappe collezionate durante l’ultima trasferta oltreoceano.

L’estero che fa crescere
“In questa zona l’intero comparto make-up vale più di un miliardo”. Oltre l’80 per cento deriva dall’esportazione: “il 65 per cento del make-up venduto in Europa e circa il 55 per cento di quello mondiale è fabbricato in Italia, nello specifico in questa zona. L’orizzonte degli investimenti si sdoppia tra locale e internazionale, con l’apertura di stabilimenti fuori frontiera. “Il mercato estero vuole prodotti made in Italy, ma è chiaro che per lavorare con Paesi lontani come la Cina servano fabbriche in loco”. Ottime opportunità anche negli Stati Uniti, in India, Thailandia e Vietnam, territori con grandi potenzialità che si affacciano sul nostro mondo. Secondo Ancorotti, il vantaggio di questi nuovi mercati ricade ancora sul territorio, in termini di fatturato e d’impiego: “il fatto che ci siano anche unità produttive in loco contribuisce ad ampliare le possibilità di export per le nostre aziende”.

Ripartire dalle “ferite” della città
“L’identità cremasca rimane strettamente legata al settore cosmetico”. Lo dice indicando l’edificio alle proprie spalle, sede dell’ex fabbrica di macchine da scrivere Olivetti, acquistato nel 2017 e trasformato in un polo logistico di 30 mila metri quadrati. Di questi, 5 mila ancora liberi per una futura espansione, sintomo di una visione imprenditoriale che riparte dalle risorse esistenti. “Ci sono parecchie ferite urbanistiche – sottolinea Ancorotti – occorre ripartire da lì per restituirle alla città, riqualificando queste aree in termini di sostenibilità, decoro e sicurezza. Dopo l’ex Olivetti rimangono la vecchia Everest e la Ferriera, spero che qualcun altro possa prenderle in considerazione”.


La formazione prima di tutto
A fronte di un’occupazione “stabile e in crescita”, la formazione rimane tra le principali esigenze dl settore. “A questo proposito Cosmetica Italia, in collaborazione con la Fondazione ITS Nuove Tecnologie della Vita di Bergamo, la Camera di Commercio di Cremona, Associazione Industriali Cremona, ACSU e altri partner territoriali, ha lanciato un corso di specializzazione post-diploma per Tecnico Superiore delle Produzioni Cosmetiche 4.0. “Grazie ai fondi stanziati siamo pronti a iniziare con le lezioni, che si terranno nelle aule dell’Università di Crema a partire da ottobre”. Obiettivo: “consentire ai giovani l’inserimento nel settore cosmetico conoscendone le regole, il linguaggio e le modalità di produzione”. In cattedra ci saranno docenti tout court e professionisti: “la prima formazione è rivolta a loro”.

Consumatori “virtuali”
La visione dell’imprenditore cremasco rimane ottimista, sebbene sia difficile tracciare prospettive: “il mercato cosmetico è estremamente variabile: interpretare i bisogni dei nuovi consumatori è sempre più complicato per i brand”. Questo perché ci sono tecnologie diverse, a partire dall’acquisto online. “Il concetto standard di negozio è finito: il punto vendita fisico non sarà altro che un luogo esperienziale, un momento d’incontro con il consumatore, ma l’acquisto sarà virtuale”. Una rivoluzione del terzo millennio che non impatta direttamente sulla produzione ma cambia il concetto di prodotto, “da proteggere in modo differente, adatto al nuovo tipo di commercializzazione”.

Strategia, visione, coraggio e competenza
Fare impresa significa prima di tutto esprimere le potenzialità del territorio partendo dalla cultura, sintesi di un luogo nel tempo. Da qui l’idea di un Museo della cosmesi: “Abbiamo cercato più volte di realizzarla, ma le varie burocrazie che incartano il nostro Paese spesso portano a rinunciare”. Il progetto parte da un’idea precisa: “non una mera esposizione di oggetti ma un luogo vivo, dinamico, animato da conferenze ed eventi collaterali”. L’interesse non manca, così come il desiderio di declinare la cosmesi lungo nuove frontiere di sviluppo. Per farlo è necessario il sostegno e l’apertura delle istituzioni, dove “manca strategia, visione e coraggio. Si sono creati sistemi che oggi esistono e resistono, ma non guardano al miglioramento”. Qual è la medicina? “Serve competenza comprovata. Affidare la cosa pubblica a persone capaci, che abbiano già dimostrato di essere in grado di fare, nel pubblico come nel privato”.

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