04-09-2017 ore 21:21 | Economia - Associazioni
di Andrea Baruffi

Camera di commercio, il futuro dei territori. Auricchio: "la sede di Crema per ora è salva"

Come recita un famoso adagio, la domanda nasce spontanea: la sede della Camera di commercio resterà a Crema? Le interpretazioni sono differenti e variano a seconda del punto in cui viene analizzata la situazione. La verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Secondo il presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio “il decreto legge che prevede la riorganizzazione delle Camere di Commercio è chiaro: per ora la sede è salva. Nel futuro i consigli camerali potranno prendere altre decisioni”. In un futuro, al momento non preventivabile, potrebbero avere un peso decisivo le dimensioni territoriali. A scapito della “piccola” Crema.

 

Focus sulla riorganizzazione

Differente la visione del presidente della Cna, Giovanni Bozzini: “l’ingresso di Pavia mette tutto in discussione. Era ed è per la chiusura di tutte le sedi periferiche che non fossero Cremona e Mantova”. Quindi, anche in questo caso, se Pavia non dovesse cambiare idea, la riorganizzazione andrebbe a scapito della “piccola” Crema. Questo, in estrema sintesi, quanto emerso durante l’incontro organizzato nel tardo pomeriggio di oggi in Comune a Crema. Il focus per far luce sulla riorganizzazione delle Camere di commercio è stato voluto dal sindaco di Crema Stefania Bonaldi. Significativa la partecipazione, sia a livello associazionistico sia per quanto concerne i sindaci del territorio, i consiglieri regionali e i referenti parlamentari.

 

I Comitati territoriali

Facciamo un passo indietro. Il decreto firmato dal ministro Calenda prevede l’aggregazione delle Camere di commercio di Pavia, Cremona e Mantova. Come spiegato da Auricchio, “una funzione fondamentale sarà svolta dai comitati territoriali. Porteranno in Consiglio le istanze e le richieste delle realtà locali. Saranno decisivi nelle scelte future”. Oltre alla valorizzazione dei temi dell’innovazione digitale legati all’Industria 4.0 la riorganizzazione del sistema camerale prevede la funzione di “trait d’union tra impresa, scuola e mondo lavorativo, la promozione del turismo e del patrimonio culturale”. Fortemente limitata l’attività di promozione economica all’estero. La riforma impedisce anche il finanziamento alle imprese tramite i Confidi, salvo che un altro partner o ente destini un importo di uguale valore. In sostanza sarà decisiva la capacità di aggregazione dei territori e non delle singole realtà associative. Avere le idee chiare sul proprio futuro consentirà di rendere concrete le esigenze di aziende e cittadini.

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