03-05-2020 ore 18:48 | polocosmesi
di Lisa Dansi

Polo della Cosmesi, come cambiamo gli scenari produttivi dopo l'emergenza Covid19

Prosegue l’indagine del Polo della Cosmesi sul sentimento delle imprese cosmetiche a pochi giorni dal 4 maggio, data prevista per la riapertura totale del comparto produttivo. Gli effetti negativi della pandemia sono tangibili, è innegabile, ma tutto ciò non ha fermato le aziende italiane che, con grande forza e spirito d’iniziativa, hanno cercato di sfruttare la situazione per studiare nuove strategie commerciali e di comunicazione. Sul comparto pesa anche l’annullamento di molte fiere ed eventi del settore, che per molti rappresentano un traino alle vendite del semestre.

 

Danni all'export

“L’emergenza ha causato danni, soprattutto all’export, ma è stata anche l’occasione per rivedere alcune strategie commerciali e di comunicazione - racconta Sara Zanafredi, Ceo di Pennellifaro - i comparti commerciale, marketing, R&D, acquisti e amministrativo hanno operato in smart working e, di fatto, non si sono mai fermati. Nel contempo abbiamo lavorato per mantenere fluida e trasparente la comunicazione con i clienti, tenendoli aggiornati sugli sviluppi, senza fermare l’avanzamento di ogni progetto. Fino a quando è stato possibile abbiamo continuato le spedizioni, con turnazione degli addetti ed adottando tutte le norme di sicurezza e di igienizzazione necessarie. In queste settimane di lockdown durante le quali abbiamo dovuto arrestare la produzione, approfittato per avviare manutenzioni straordinarie degli impianti, per aggiornare il layout di stabilimento in applicazione dei decreti governativi, ma anche per studiare e aggiornarci. Molte cose cambieranno, alcune già sono cambiate, e noi siamo pronti ad evolverci con esse. I danni per il settore sono sicuramente ingenti, soprattutto per l’export. Oggi è difficile fare un calcolo preciso poiché molte conseguenze si vedranno nei prossimi mesi. Il posticipo o l’annullamento delle fiere del nostro settore è un grosso stravolgimento, ma stiamo mettendo in atto strategie che intendono sopperire a questo e che ci consentano di essere sempre vigili ed attivi nel contatto con la clientela. Senz’altro occorre riformulare certe dinamiche commerciali, e stiamo agendo in questo senso mantenendo, anzi migliorando le relazioni con la cura, l’esperienza e la dedizione di sempre”.

 

Calo del fatturato

La provincia di Bergamo è stata tra le zone più colpite. L’adozione di misure a contenimento della diffusione del virus da parte delle aziende è stata immediata tuttavia la zona ha risentito pesantemente dell’emergenza sanitaria, come racconta Alessandra Musitelli, proprietaria di In.Deco Serigrafia. “A marzo 2020 abbiamo accusato un calo del fatturato del 30% rispetto a marzo 2019 e ad aprile sarà del 20%. Alcune commesse sono state annullate subito, non appena ci sono state le prime zone rosse a Codogno. Diversi progetti e ordini che dovevano arrivare tra marzo e aprile sono in stand-by, in attesa che si definisca meglio la situazione: si parla del 20% sul fatturato annuale, quindi non poco. L'estero, in particolare, si è subito fermato e i nuovi progetti sono stati gestiti con fornitori non italiani; l'Italia ci ha messo in difficoltà per i neutri da lavorare e per le materie prime da reperire. Abbiamo gli ordini, ma manca la merce a causa delle chiusure dei vari produttori. Noi, siamo sempre stati sul “pezzo” e sin dall’inizio dell’emergenza, a fine febbraio, abbiamo adottato tutte le misure necessarie per preservare la sicurezza dei collaboratori, ma è impossibile negare che trovarsi nel cuore dell’epidemia abbia influito pesantemente sul lavoro e sulle commesse. Per maggio prevediamo una situazione simile a quella di aprile, ancora in forte calo, speriamo in una ripresa a giugno/luglio. Risentiamo, infatti, delle numerose restrizioni alla mobilità”.


Riduzione dei costi

Filiera corta, verticalizzazione, internalizzazione dei processi. La pandemia sembra aver influenzato non solo i fatturati, ma anche gli scenari produttivi all’insegna della concentrazione e della riduzione dei costi. “Da subito abbiamo operato per garantire in primis la sicurezza dei nostri dipendenti e il continuo supporto tecnico ai nostri clienti - spiega Davide Perego, C.O.O. Tapematic Spa - al nostro interno abbiamo adottate tutte le misure per tutelare la salute dei nostri dipendenti e delle loro famiglie (distribuzione di dispositivi di protezione, organizzazione dell’attività lavorativa su turni e in postazione distanziate e ove possibile in modalità smart working) e abbiamo potenziato il servizio di assistenza tecnica in modalità remota per i clienti italiani e stranieri, molti dei quali operando nei settori chimico e farmaceutico hanno sempre continuato a lavorare utilizzando le nostre linee di verniciatura e metallizzazione. In questo modo siamo riusciti, sempre nel rispetto delle normative vigenti, ad effettuare spedizioni di ‘consumables’ e pezzi di ricambio ai clienti che ne hanno fatto richiesta, in modo da garantire il corretto funzionamento degli impianti. Nonostante la prospettiva di un periodo negativo e difficile, siamo rimasti sorpresi nel ricevere diverse richieste di quotazioni per l’acquisto di nuovi impianti ‘PST Line I’ e ‘PST Line II’ da parte di clienti storici e di nuovi potenziali acquirenti. Una scelta dettata dalla volontà di rendersi autonome e di completare le lavorazioni all’interno. In questo modo, le aziende possono beneficiare di una riduzione dei costi di produzione, di un maggior controllo della qualità ed una maggior tutela dell’ambiente grazie all’utilizzo di materiali riciclabili e vernici UV senza solventi. Sono convinto che le aziende che per prime si struttureranno per arrivare ad effettuare più lavorazioni possibili sotto lo stesso tetto saranno premiate”.

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