03-03-2020 ore 19:40 | Economia - Sindacati
di Ilaria Bosi

Covid-19. Scuole chiuse, ‘4 mila educatori ora rischiano di restare senza stipendio’

“A causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, le scuole sono alla seconda settimana di chiusura. E con le scuole chiuse, 4000 educatori scolastici in Lombardia rischiano di rimanere senza stipendio. Gli educatori scolastici lavorano dagli asili nido fino alle scuole superiori e si occupano soprattutto dell’inserimento e del sostegno di bambini disabili negli istituti. Sono dipendenti di cooperative sociali che lavorano nelle scuole per conto dei comuni.

 

Fatturazioni e cassa integrazione

“Ogni anno i comuni mettono a bilancio i soldi necessari a pagare alle cooperative sociali i servizi educativi. Le cooperative a loro volta assumono gli educatori che svolgeranno queste prestazioni lavorative. Essendo chiusi i servizi – spiegano gli educatori cremaschi - le Cooperative non possono fatturare ai comuni e a Comunità Sociale Cremasca, così gli educatori, rimangono senza stipendio (questo nonostante uno stanziamento già a bilancio). Oggi sono in fase di valutazione misure di cassa integrazione straordinaria, che però coprirebbero solo percentualmente le ore perdute, in una situazione lavorativa che vede già stipendi molto bassi”.

 

Restrizione salari e diritti

“Per le disposizioni per l’emergenza sanitaria sono vietate manifestazioni pubbliche, riunioni sindacali e gli scioperi sono fortemente limitati: si può andare in ufficio, al bar, al ristorante, nei centri commerciali, ma non si possono fare assemblee, né azioni di sciopero. Evidentemente questo provvedimento ha la funzione di intervenire preventivamente sui rischi conseguenti alla gestione dell’emergenza volendo impedire che dinnanzi a palesi ingiustizie i lavoratori possano lamentarsi. Facciamo quindi appello ai sindacati a non avvallare le restrizioni a diritti e salario, ma a mettersi a fianco dei lavoratori e organizzare una mobilitazione che impedisca di scaricare sulle nostre spalle il peso dell’emergenza. I decreti di emergenza devono essere messi in discussione a partire dall’organizzazione di assemblee in tutti i posti di lavoro”.

 

Le richieste

“Pertanto come Educatori per il futuro chiediamo che l’emergenza sanitaria non venga scaricata sulle spalle dei lavoratori; che Comuni, Comunità sociale cremasca e tutte le istituzioni responsabili si facciano carico di questa grave situazione; che i sindacati portino avanti le iniziative necessarie sostenere la nostra richiesta; che a tutti i lavoratori coinvolti dalle restrizioni dell’emergenza sia garantito il salario; che anche a scuole chiuse gli educatori scolastici sia garantito il 100% della retribuzione”.

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