02-06-2018 ore 11:08 | Economia - Associazioni
di Giovanni Colombi

Assemblea annuale della Libera artigiani. La relazione del presidente Marco Bressanelli

Nei giorni scorsi si è svolta l’annuale assemblea della Libera artigiani di Crema. Al tavolo della presidenza il presidente Marco Bressanelli, il vice presidente Cristian Tacca, il direttore-segretario Renato Marangoni e il revisore, ragioniere Paolo Bertolotti (che è stato sostituito dal 25 maggio scorso dalla commercialista Alessandra Valdameri, sindaco e revisore unico della Libera artigiani). Una relazione, ampia e approfondita, quella del presidente Bressanelli che è stata più volta applaudita perché ha toccato temi molto vicini al sentiment degli artigiani.

 

La relazione del presidente
Bressanelli ha sottolineato le preoccupazioni degli artigiani per le tensioni a livello mondiale (la volontà Usa di applicare dei superdazi che avranno conseguenza anche sull’economia e italiana, e il riesplodere del terrorismo), ma non sono mancati i giudizi netti alla situazione politica in Italia: nessun pregiudizio politico («la nostra associazione è apartitica»), ma molta è l’inquietudine per tre scenari a forte rischio sulla vita economica e sociale del nostro Paese: incremento del debito pubblico, la malcelata previsione di uscita dall’euro, e le non manifeste coperture dei 130 miliardi derivanti dalle promesse elettorali. “Di certo”, ha sottolineato Bressanelli, “non siamo favorevoli a redditi assistenziali. Lo ripetiamo: solo con la libertà d’impresa si possono creare nuove opportunità di lavoro per tutti. Non si possono distribuire risorse senza averle prima prodotte”.

Cinque rimedi

Purtroppo, in Europa, siamo considerati i cugini poveri a causa di un debito pubblico da paura e per la crescita del 2018 che sarà inferiore anche a Spagna, Portogallo e Grecia. “Terminata la crisi, mentre noi stavamo per muovere i primi paesi, abbiamo scoperto che gli altri Paesi già correvano. Distanziandoci non poco”. Che cosa fare per incrementare la nostra ricchezza e inaugurare davvero una stagione nuova del cambiamento? Bressanelli ha indicato cinque rimedi: “applicare tasse più eque e una politica fiscale di stimolo, che liberi cioè gli investimenti degli imprenditori e i salari dei dipendenti; rendere più semplici e dirette le norme perché oggi siamo costretti a lavorare nell’incertezza; per far funzionare davvero la Pubblica Amministrazione è d’obbligo legarla alle stesse regole del sistema privato; scegliere l’efficienza come parametro per valutare ogni tipo d’intervento pubblico: ciò che non può essere sostenuto, bisogno chiuderlo. Quello che è mal gestito, bisogna cambiarlo; la giustizia civile è rimasta lenta oltre misura e non c’è certezza del diritto: anzi, talvolta è più tutelato il debitore del creditore. In poche parole non chiediamo favori, ma meno vincoli ed oneri per poter lavorare meglio”.

Il rilancio del territorio
“Una notizia che, se fosse confermata, sarebbe incredibilmente positiva per il nostro territorio. Ricordo, infatti, che sei anni fa venne chiuso il nostro Tribunale. Nel “contratto” tra 5Stelle e Lega si legge, nero su bianco, che l’obiettivo è quello di riportare tribunali, procure e uffici del giudice di pace vicino ai cittadini e alle imprese. Bene: sarebbe un ritorno a quella giustizia di prossimità che era stata abbandonata dai tempi del governo Monti. Il tribunale di Crema tornerebbe a funzionare per rendere più facile la vita agli imprenditori cremaschi. Venendo al nostro territorio provinciale, cercando alleanze e facendo rete con altre associazioni di categoria (sinergica è la vicinanza tra la Libera artigiani di Crema e Confindustria di Cremona), e grazie anche all’impegno dei rappresentanti della giunta esecutiva dell’associazione (in particolare Giuseppe Capellini e Renato Marangoni), la Libera artigiani è riuscita non solo a mantenere in vita e in funzione la sede locale della ristrutturata Camera di Commercio, ma anche a conservare una valida rappresentanza nei ridimensionati (numericamente) giunta e consiglio camerale della Ccia di Mantova, e ad essere un valido e riconosciuto supporto ai Tavoli della competitività sui quali si sta giocando il futuro del territorio provinciale rispetto alle altre province lombarde. Ma la Libera artigiani -come è sua abitudine - non si stanca di chiedere che alle necessarie vision devono seguire i fatti. Purtroppo, rimane il pessimismo nei confronti di amministrazioni di casa nostra per gli obiettivi mai raggiunti e le promesse sempre disattese su realizzazioni di importanza strategica: per esempio, la tangenzialina per servire la principale zona industriale di Crema (solo due schizzi sulla carta), la banda larga riservata a solo 10% dei cremaschi, nessun percorso di condivisione e miglioramento, suggerito anche dalla Libera artigiani, per la riqualificazione di piazza Garibaldi, una zona centrale della città che rischia la desertificazione commerciale trasformandola in un dormitorio.

Il rilancio dell'associazione
Grande invece è la soddisfazione per i traguardi raggiunti dall’associazione che con i suoi 1.200 associati è la più numericamente importante del Cremasco. Una Libera artigiani che sta marciando a gonfie vele con i corsi di informazione, formazione e di aggiornamento che fanno il tutto esaurito, con nuovi e importanti servizi agli associati che non hanno paragoni sul mercato provinciale. Sono aumentate le competenze all’interno della struttura e l’associazione, per essere sempre più competitiva, ha completato il suo staff di consulenti-partner per tutte le tematiche che coinvolgono gli artigiani, ha creato nuovi Sportelli di consulenza (fiscale, legale, legata all’accesso ai bandi), ha integrato i sistemi di informazione agli associati con i social, il nuovo sito web, la newsletter e ha rivitalizzato l’azione del patronato Acai.

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