01-05-2023 ore 16:28 | Economia - Sindacati
di Rebecca Ronchi

Primo maggio 2023. Cgil, Cisl e Uil chiedono con forza: "maggiore sicurezza e tutela dei redditi"

“Da anni, Cgil, Cisl e Uil chiedono, a tutti i livelli, che il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sia centrale a tutte le istituzioni competenti. Eppure – spiegano Elena Curci, Dino Perboni e Fabio Caparelli - gli infortuni sul lavoro del 2022 sono in aumento di oltre il 25% rispetto l’anno precedente, così come drammaticamente in aumento sono anche gli incidenti con esito mortale. Questi numeri tracciano un disegno più da bollettino di guerra che da quotidianità lavorativa”.

 

Prevenzione e salario

“Di recente la nostra Provincia ha dato segnali confortanti con protocolli che impegnano tutte le istituzioni preposte alla formazione e ad un maggiore controllo nell’ottica di prevenzione di questi fenomeni, tuttavia c’è sicuramente molto da fare. Così come molto da fare c’è sul tema salariale: il lavoro è povero e precario, quando c’è. Vanno tutelati i redditi, troppo scollati dall’inflazione e dal costo della vita, così come la stabilizzazione dei contratti, oggi sempre più precari. È necessario sviluppare politiche industriali che creino sviluppo ed occupazione di qualità”.

 

I 75 anni della Costituzione

“Svolgere le proprie mansioni dignitosamente ed in sicurezza è un diritto fondamentale di ogni lavoratrice e di ogni lavoratore, poiché il Lavoro è la base su cui sorgono le fondamenta della nostra Repubblica, come sancisce la nostra Costituzione. È con questo spirito che il primo maggio di quest’anno è dedicato ai 75 anni della Costituzione, con particolare riferimento al primo articolo che cita “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, parole che non possono restare sulla carta ma devono riempirsi di valore nella realtà quotidiana dei fatti”.
 

La partecipazione dei lavoratori all'organizzazione del Paese

“Oggi noi chiediamo - ha sottolineato Ivan Zaffanelli, segretario Cisl Asse del Po – di avviare una stagione in cui vengono rimossi gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Non è con l'autosufficienza della politica che questo si realizza, ma solo con il confronto, con la negoziazione e con la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alle scelte che riguardano le loro vite”.

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