31-07-2024 ore 19:21 | Cultura - Proiezioni
di Michele Gennuso

Tenerezza e determinazione. Il film sulle donne, per le donne, ma che fa molto bene agli uomini

Tenerezza, rabbia, determinazione: tre ingredienti amalgamati da una sana ed inaspettata ironia per raccontare una storia di dolore e di riscatto. È una storia senza tempo, sebbene collocata con una scelta stilistica e fotografica azzeccata in un preciso momento storico, il coraggio di Delia (la protagonista) evolve oltre i limiti augusti del tempo e ce lo dice anche grazie alla colonna sonora che ci riporta in tanti momenti anche ai nostri giorni. La sceneggiatura ci accompagna verso un finale che appare scontato ma che in realtà alla fine sorprende e commuove. Alla passione per la vita, per gli affetti, si associa una passione civica di partecipazione alla vita pubblica che incanta; Delia sporca il braccio di rossetto, essendo costretta ad eliminare l’eleganza, ma lascia spazio ad una presenza titanica nella storia: quella delle donne.

 

Ho fatto due guerre

Donne picchiate e raccontate ieri come oggi, e gli uomini per l’ennesima volta vengono avvolti in una manto di ridicolo; appaiono i forti ma alla fine sono costretti a danzare. la donna nel suo dolore riesce a scimmiottare gli atti di violenza nelle quali si trova avvolta con il desiderio forse da parte della regista di lenire l’angoscia che accompagna lo spettatore per tutta la proiezione, angoscia mista a rabbia nei confronti di un magistrale Mastandrea che diventa un piccolo uomo, spento sebbene accesso da una rabbia irrazionale, con il mantra “…ho fatto due guerre” che cerca di giustificare (probabilmente anche a se stesso) l’orrore che lo abita e il buio che lo avvolge. Ma l’angoscia rimane fino alla fine sebbene la Cortellesi non rinunci all’ironia perché (ebbene sì) durante il film scappa anche qualche risata. Si parla però anche d’amore con una scena passionale ed erotica di rara intensità, dove chi si ama veramente non ha bisogno nemmeno di toccarsi ma di gustarsi con lo sguardo sciogliendo in bocca il sapore di una cioccolata donata che macchia e che segna quasi per sempre.

 

Emozionante

È un film emozionante e bello; è un film semplice e complesso; è un film dove ogni protagonista ha trovato il suo spazio efficace contribuendo a rendere corale la richiesta della protagonista che sebbene più volte è costretta a non parlare non si scoraggia nella sua lotta per la determinazione “…ho solo questa lingua in bocca e se mi tagli pure questa io non mi fermo, scusa, canto pure…a bocca chiusa!” (Daniele Silvestri). Un film sulle donne, per le donne ma che fa bene agli uomini.