30-11-2017 ore 19:51 | Cultura - Tradizioni
di don Emilio Lingiardi

Crema. Un Natale di luce in Cattedrale, con l'antico presepio e l’adorazione dei magi

L’ingresso principale in Cattedrale quest’anno è caratterizzato da eventi luminosi e sorprendenti, sinistra gli scout adulti hanno approntato il presepio con la caratteristica principale della nascita di Gesù: “il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua tenda in mezzo a noi”. Una tenda infatti accoglie la sacra famiglia e invita tutti gli uomini, a volte smarriti e inquieti a trovare in quella tenda un rifugio sicuro e tranquillo.

 

Adorazione dei magi

Sulla destra, invece, brilla la grande pala di Paolo Cavagna, che nel 1595 ha presentato la Adorazione dei magi. Un quadro di quattro metri di larghezza e di tre metri di altezza che si conservava quasi nascosto nella sagrestia capitolare annerito e ammuffito. Il Lions Club Crema Host ha pensato di offrire alla chiesa e alla città il restauro di questa stupenda opera. Gesù bambino, in braccio alla Madonna è presentato al primo dei magi che lo adora baciandogli il piede e offrendo l’oro. Dietro si snoda il corteo degli altri magi con cavalli, dromedari e quasi in una processione che si perde nel tempo, perfino elefanti che accompagnano il cammino.

 

Il triplice dono

Una luce intensa illumina il bambino e le donne che scendono da una scala per compiere i loro gesti di affetto femminile. Certo la tradizione del tempo pensava a tre magi per il fatto del triplice dono e le corone sulle rispettive teste li individuava come re. Studi accurati hanno invece evidenziato che potevano essere molto più numerosi perché il Vangelo parla di “alcuni” scienziati senza specificarne il numero. L’idea dell’essere re è nata dalla preziosità dei doni, che soltanto alcune persone potevano permettersi di possedere. Re non sono sicuramente, anche perché chi ha la responsabilità di un Paese non s’allontana per un tempo prolungato, ma cerca di stare vicino alla propria gente.

 

La pienezza della luce

Scrutatori dell’universo che nell’anno 5-4 avanti Cristo, come si sa dall’astronomia, sono stati colpiti dalla luminosità di questa cometa e hanno iniziato un percorso che li porterà a studiare con ebrei a Tiberiade le ragioni del fenomeno ed arrivare a Gerusalemme per avere qualche conferma profetica, fino a quando hanno visto la pienezza della luce non più nei cieli ma nel volto di Gesù bambino.

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