29-12-2021 ore 14:35 | Cultura - Incontri
di Gloria Giavaldi

Il dono di Enrico, il clochard gentile ai bimbi: 'imparate a guardare le persone negli occhi'

Una conchiglia, un cd, le noci, pezzi di cartone. È ciò che basta, insieme a due mani in movimento e una mente piena di fantasia per raccontare la meraviglia del Natale. Della vita anche nella povertà. Della luce nel buio della notte. E' ciò che è servito ad Enrico, un clochard cremasco, per costruire un presepe di strada e donarlo ai piccoli alunni delle classi quarta e quinta di Salvirola. “Ho colorato di blu e oro la conchiglia che sta ai piedi di Gesù bambino perché l’acqua è oro ed è importante per la vita. Se guardate bene gli occhi della Madonna e di Giuseppe sono rivolti verso il piccolo. E poi c’è anche una navicella: è questo cd. L’ho messo perché Gesù è venuto per tutti, anche per i marziani”.

 

La storia di ognuno di noi

Natale è gioia da condividere. È amore che si respira anche nelle piccole cose. Nei gesti, “che devono sostituire le parole. Non basta il bla bla bla, servono i fatti”. Davanti al volto di un uomo non basta sentire, è utile ascoltare. “Quando incontrate un barbone, un clochard non gettategli una monetina dall’alto al basso ma chinatevi e chiedetegli come si chiama, se ha una moglie, da dove viene”. Dietro ognuno di noi c'è una storia. “Ho perso i miei genitori da piccolo. La vita mi ha costretto a prendere questa scelta, ma ho imparato sulla mia pelle quanto sia importante non essere indifferenti. E’ meglio odiare che essere indifferenti”. Oltre l'ipocrisia, ciò che salva “è l'amicizia, quella vera”. Quella che vive negli occhi luminosi dei bambini, capaci di accogliere, di sorridere ed illuminare. Anche nel buio della notte.

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