29-06-2023 ore 20:32 | Cultura - Manifestazioni
di Paolo Emilio Solzi

Mediterraneo, il libro di Iperborea presentato alla seconda serata di Scrittori al Parco 2023

La seconda serata di Scrittori Al Parco 2023, organizzata dalla Libreria La Storia di Crema (ora anche Associazione Culturale La Storia), si è tenuta presso il Sottovento Wine Bar, con la presentazione del libro Mediterraneo. Simona Lunghi ha esordito ringraziando il pubblico, il bar ospitante e il Comune di Crema, in particolare l’assessore Giorgio Cardile.

 

Esiste un’identità mediterranea?

Cristina Gerosa, direttrice editoriale di Iperborea, ha spiegato che The Passenger è un progetto nato pochi anni fa per raccontare il presente nei luoghi dei viaggi. Il Mediterraneo è interessante e difficile da raccontare. Ha 5 milioni di anni, 20.000 isole, vi si affacciano 22 Paesi per un totale di 500 milioni di abitanti. Quindi la prima domanda è: esiste un popolo con un’identità mediterranea?

 

Uno spazio frammentato

Marco Agosta, caporedattore di The Passenger, cita lo storico britannico David Abulafia, il quale (differenziandosi in parte da Fernand Braudel) sostiene che ciò che caratterizza il Mediterraneo è la complessità, in quanto crocevia di culture o “spazio frammentato”. Già Edgar Morin, che il prossimo 8 luglio compirà 102 anni, da sempre addita la complessità come chiave interpretativa del Mediterraneo. Secondo il filosofo, agli intellettuali spetta il compito di cogliere l’unità nella diversità e la diversità nell’unità. Il pensiero meridiano (a differenza da quello anglosassone, che disgiunge e riduce al quantitativo) valorizza la qualità della vita, collega, riconosce poesia, arte, saggezza. Alcune città, come Smirne o Alessandria d’Egitto, furono cosmopolite per ragioni commerciali. Ma a partire dal XIX secolo la nascita dei nazionalismi peggiorò la situazione. Rimangono suggestioni dell’homo mediterraneus, nome di un’associazione che intende promuovere i valori unitivi del Mediterraneo. Vi sono rivendicazioni del Sud rispetto a quel Nord mediterraneo che nei secoli ha monopolizzato il Mare Nostrum, eppure viaggiando fra le isole di questo mare si percepisce una familiarità tra tutti i suoi abitanti.

 

Un caleidoscopio di identità culturali

Nel libro Mediterraneo vengono approfondite diverse interpretazioni. Luca Misculin, giornalista del Post, concorda nel definire il Mediterraneo “frammentato”. Per secoli con la sua immensità ha fatto paura ai naviganti, tanto che, se dovevano raggiungere il Nord, preferivano dirigersi prima verso Est, navigando di cabotaggio. Questo ha favorito la nascita di città eterogenee, ciascuna con una propria identità culturale. Nell’Odissea vengono descritte isole, ma si tratta di “luoghi del cuore” indistinguibili, che non corrispondono a Paesi reali. Nell’antichità si crearono oasi di convivenza, cha lasciarono in eredità alle isole greche odierne un patrimonio di ospitalità.

 

A bordo delle navi ONG

Il Mediterraneo tuttavia non è solo arte, storia, bellezza e tolleranza. Un’altra giornalista, Annalisa Camilli di Internazionale, ha raccontato un naufragio nelle acque libiche. Misculin, che ha vissuto ciò che accade a bordo di una nave ONG, è esperto anche della situazione drammatica dei migranti. A partire dal 16 marzo di quest’anno, ha trascorso tre settimane sulla Geo Barents di Médecins Sans Frontières. Dapprima gli sembrava che non ci fosse nulla di nuovo da dire, poi piano piano ha deciso di descrivere i particolari della vita di quella nave, tanto grande da non poter attraccare in piccoli porti. Ha descritto chi ci lavora, le segnalazioni ricevute, le esercitazioni, le operazioni di soccorso e come sia possibile mantenersi lucidi in quei frangenti. Il tutto con un linguaggio lineare, visivo, comprensibile da tutti. Spesso 40 persone lavorano per soccorrerne 500, quindi è necessaria un’elevata professionalità. La testimonianza di Misculin è ascoltabile nel podcast La Nave.

 

La dieta mediterranea

Quella di chi viaggia sulle navi ONG è una scelta di vita che non è per tutti. Nel libro Mediterraneo si tratta anche di un aspetto “leggero”: la dieta mediterranea, la cui storia è narrata da Rachel Roddy, giornalista britannica che risiede stabilmente a Roma. Mentre studiava la prevenzione delle malattie cardiovascolari, un fisiologo americano si rese conto dell’importanza dello stile di vita di certi popoli poveri: una vita attiva e un’alimentazione per necessità frugale, con predominanza di prodotti vegetali. Nel 1951 ad un convegno a Roma, l’americano fece conoscenza con un collega napoletano. Invitato a Napoli, vi si recò insieme a sua moglie. Più tardi la coppia si stabilì nel Cilento, dove lui morì a 100 anni e lei a 97. Il legame fra dieta mediterranea e longevità sembra oggi assodato, ma alcuni critici notano che nell’elaborazione di quegli studi vengono presi in considerazione solo i Paesi europei, non anche quelli arabi. Inoltre pare che non venga adeguatamente considerata l’influenza degli zuccheri semplici: quelli dei dolci, che vanno limitati. La serata si è conclusa con le domande del pubblico, che ha molto apprezzato. Scrittori Al Parco 2023 proseguirà il 5 luglio, sempre al Sottovento Wine Bar, con la presentazione del libro Milano Grigio Ferro di Lorenzo Sartori.