29-01-2022 ore 10:27 | Cultura - Musica
di Gloria Giavaldi

Crema. Elio fa sold out e ricorda Feiez: Jannacci, la musica e l'atmosfera surreale

La luce soffusa, il palco pieno di colori, di parrucche e strumenti musicali pronti a scatenare il sorriso. Elio è tornato a Crema con la sua nuova carovana sonora, composta da giovanissimi talentuosi nella musica e nella recitazione. Sì, perché l'omaggio a Enzo Jannacci che ieri sera ha incantato quasi 450 persone (sold out da diversi mesi) non era solo musica, era poesia. Era il ricordo di una tradizione musicale che non muore mai, il segno del coraggio di un artista capace di far ridere e di denunciare, di far divertire e di far riflettere. Sul palco del san Domenico, ieri sera, c'era Milano. Non quella dei palazzi, dei manager in giacca e cravatta, della burocrazia efficiente. No, quella degli ultimi, delle persone borderline, che abbracciano la strada come unico teatro della vita. Elio lo ha raccontato mischiando parole auliche a vocaboli semplici, momenti di vita quotidiana alle canzoni della tradizione.

 

Assurdo e vero

Seby Burgio (pianoforte), Martino Malacrida (batteria), Pietro Martinelli (basso e contrabbasso), Sophia Tomelleri (sassofono), Giulio Tullio (trombone), lo hanno accompagnato in questo viaggio di circa un'ora e mezza. “A teatro, dove il tempo si ferma”. Le persone, di tutte le età, si sono ritrovate in men che non si dica immerse in un'atmosfera surreale al profumo di realtà. Sì, è un controsenso. Proprio come Jannacci: popolare e anticonformista al tempo stesso. “Un artista eclettico, unico, originale” ci aveva anticipato Elio. “Un talento nel mischiare la tragedia alla commedia, nel trattare temi complessi con semplicità”. Gli attimi di tutti i giorni hanno donato sorrisi, mischiandosi a parolacce e a (pochissimi) silenzi. Poi i gesti di solidarietà tra giovani (quanto può far bene a volte la pacca sulla spalla di uno sconosciuto?), il tema della distanza generazionale reso col sorriso ed il coraggio di dare forma insieme ad un progetto comune.

 

Ridere ancora

Il loro si chiama Ci vuole orecchio. È pieno di innovazione e di storia. Dei loro occhi, delle loro note, del loro talento. A Crema questo percorso a teatro è piaciuto: “non posso che dedicare questa serata al mio amico Paolo Panigada (in arte Feiez): sono certo che se avesse potuto avrebbe fatto volentieri parte di questa nuova gang”. Da Ci vuole orecchio a Son s'cioppaa, fino a El purtava i scarp del tennis. Poi i coriandoli, i sorrisi. E pensieri rinnovati pieni di vita e di ottimismo. Quelli che restano e resteranno anche Quando il sipario calerà. I saluti sembravano non finire mai. Elio era circondato dai suoi giovani musicisti. Tutti saltellavano sul palco con gli strumenti addosso. Per salutare. O forse per non andare via. Il sipario non si chiuderà mai. Le persone piano, piano sono tornate a casa. Con la gioia a portata di cuore, nonostante la pandemia. “Il teatro non si ferma” aveva detto il presidente Strada. Con la capienza al 100 per cento, le mascherine e il super green pass in tasca, Crema ieri sera non ha rinunciato al divertimento. Anche grazie ad un amico storico, come Elio.

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