28-04-2025 ore 20:35 | Cultura - Musica
di Annamaria Carioni

Matthew Lee, The Prince of Rock'n'Roll in concerto a Crema: 'Suono così perché sono così'

Il 9 maggio 2025 alle ore 21 il teatro San Domenico di Crema ospiterà un evento imperdibile per tutti gli amanti della musica: il concerto di Matthew Lee, The Prince of Rock'n'Roll, nell'ambito del suo attesissimo tour 2025. Conosciuto per la sua energia esplosiva e il suo talento straordinario al pianoforte, il musicista promette una serata carica di ritmo e di emozioni, che daranno vita ad uno spettacolo di energia allo stato puro. Abbiamo raggiunto telefonicamente l'artista, per conoscerlo meglio e per strappargli qualche anticipazione sulla serata.

 

Alle origini
Il tuo nome d'arte fa pensare a te come ad una star americana degli anni Cinquanta, ma il tuo vero nome è Matteo Orizi, sei nato a Pesaro e hai compiuto 43 anni il 6 gennaio scorso. Come nasce questo pseudonimo?
“Dobbiamo andare indietro negli anni, almeno a cinque anni fa: io sono sempre stato un grande fan del mondo blues e rock 'n' roll. Molti artisti hanno nel nome Lee; io mi ispiro ad Albert Lee, il leggendario chitarrista inglese, poi in casa mi chiamavano Matthew per scherzare e per gli amici sono Matt”. La risposta è schietta, divertita, già si percepiscono l'energia e il carattere di un artista carico di entusiasmo e di passione per la musica e per la vita".

 

L'eredità paterna
Fin da piccolo ti sei innamorato del rock'n' roll grazie ai dischi di tuo papà. Quali erano i suoi cantanti preferiti? E i tuoi?
Il pianista inizia il suo caloroso racconto parlando di sé: “Da piccolo non avevo nessuna idea precisa sulla musica, la mia scuola media però era annessa al conservatorio. Mio papà era un grande appassionato di musica, soprattutto di Elvis Presley e suonava. Io allora preferivo ascoltare gli 883, non ero così preso dal rock'n' roll. Suonare il piano mi piaceva, ma non la musica classica. Così sono passato attraverso Richard Clayderman, poi Ennio Morricone per arrivare al ritmo del rock 'n' roll”.

 

Gli anni di studio
Talento ed amore innato per la musica ti hanno portato a frequentare il prestigioso conservatorio Rossini di Pesaro, ma il tuo stile “esuberante” non sembrava compatibile con gli studi classici. Quali ricordi conservi di quegli anni?
“Io avevo un'idea". Matthew parla chiaro, senza indugi e sa quello che dice: "Volevo mischiare la musica classica con il rock 'n' roll, volevo creare qualcosa di nuovo, ma al conservatorio non me lo lasciavano fare. Io avevo questo fuoco, questo desiderio di creare, per questo motivo lì tutto mi stava stretto”.

 

Uno stile ribelle
Allora abbandoniamo l'aggettivo “esuberante”. Come ti definisci, quali sono i tuoi pregi e i tuoi difetti?
“Io sono ansioso, impulsivo e non ho pazienza, però so scegliere le persone e questo forse è un pregio: le persone con cui lavoro sono oneste, di fiducia, potrei lasciargli le chiavi di casa. Io vivo come sulle montagne russe, senza vie di mezzo; o sono triste o sono a palla. Queste caratteristiche si riflettono nella musica che suono e in come mi presento al pubblico. Io suono così perché sono così”. Matt ride e la sua determinazione incontenibile ti conquista.

 

Una carriera in crescita
Cominci ad esibirti dal vivo giovanissimo e la tua carriera live cresce rapidamente: suoni prima in Italia e poi in tutta Europa, accanto ad artisti del calibro di Van Morrison e Tom Jones. Ci racconti un aneddoto di quegli anni così intensi?
“Un evento pazzesco è stato il festival a Mindelo, un'isola di Capoverde, dove mi sono esibito davanti ad un pubblico di diecimila spettatori tutti neri con l'esercito che ci scortava. Lo ricordo come se fosse ieri, anche se sono passati tantissimi anni”.

 

Disciplina e creatività
Nonostante i tuoi tour in giro per il mondo, ti sei laureato in Giurisprudenza. Allora coltivi anche la disciplina accanto alla creatività artistica?
“Andavo a fare gli esami all'università di Urbino in motorino. Intanto, facevo i miei tour. Non avevo preso la faccenda molto sul serio, però alla fine mi sono laureato e pure con la lode”. Il musicista non se la tira: parlare con lui è come chiacchierare con un vecchio amico che ti racconta frammenti di vita con tono familiare e accattivante.

 

Around the world
Nel 2010 debutti negli Stati Uniti al “Cincinnati Blues Festival” al fianco di grandi nomi del blues americano e successivamente riscuoti notevoli successi anche in Russia, negli Emirati Arabi, in Cina e in Africa. Il tour di quest'anno va da Doha in Qatar a Crema per poi toccare Lugano, diverse città italiane e ancora Helsinki e Tallin. Ti senti ambasciatore della musica nel mondo?
“Ma no, sinceramente no! Mi sento fortunato, mi piace un sacco andare in giro per il mondo e sono felice. Elton John dice che l'artista deve suonare, se non suoni sei morto. Per me suonare è sempre stata la priorità assoluta”.

 

Uno spettacolo super live
Il tuo show unisce brani originali ai grandi classici del rock'n'roll e ad alcune rivisitazioni di grandi successi italiani. Come sarà lo spettacolo, a cui potremo assistere al san Domenico qui a Crema?
“La formula è questa, ma io improvviso molto. Il mestiere negli anni ti insegna come fare, ma io voglio che il mio concerto sia un super live. Per me la musica è una ragione di vita. Senza la musica sarei perso”. Sarà uno spettacolo pirotecnico con effetti speciali: Matthew Lee cosa inventerà per stupirci e conquistarci?