27-04-2023 ore 20:20 | Cultura - Crema
di Annamaria Carioni

Raf : 'La mia casa è il palco'. Emozione infinita per la data zero del tour 2023 al san Domenico

“Attesa, adrenalina che sale, vivo questo momento al rallenty”. Partono gli applausi, poi arriva il suono, si accendono le luci. “Ci guardiamo. Si comincia”. La voce fuori campo di Raf, all'anagrafe Raffaele Riefoli, classe 1959, annuncia il suo ingresso sul palco con la chitarra che lo accompagna. Fasci di luce, che sembrano laser, attraversano la sala gremita di persone. Avvolto da un reticolo di raggi blu, che si muovono al ritmo della musica, il cantante intona il primo brano Un'emozione inaspettata.  La platea ascolta, sta carburando.

 

La mia casa è il palco
“Dove sei e come stai? E' difficile, lo so, lo sai” Con la seconda canzone qualcosa inizia a muoversi nell'aria, in platea si battono le mani a tempo. Due è il primo dei tanti successi in scaletta. Raf saluta i presenti e spiega il tema del tour: “La mia casa è il teatro, la strada, i viaggi. La mia casa siete voi”. La data zero al S. Domenico è una prova generale; “Mi perdonerete le sbavature. L'importante per me è comunicare quello che ho dentro. Le canzoni ti rappresentano, parlano della tua storia”. Il pubblico applaude la semplicità quasi timida del cantante. Qualche imperfezione in effetti si presenta, la musica a volte sovrasta la voce dell'interpete, ma nessuno sembra notarlo.

 

Cantando con il pubblico
“Stare lontani amplifica i sentimenti. Sono andato via di casa a 17 anni, allora si comunicava con i telefoni a  gettoni, con le lettere, con le cartoline, era la preistoria”. Dopo un breve intermezzo di ricordi e riflessioni personali, Raf si siede dietro un pianoforte a coda e regala il primo medley della serata. “Insieme a Tozzi e Bigazzi ho scritto una canzone che parla di un elemento importante della mia vita, il mare, da cui non so stare lontano”. E subito in platea un coro di voci canta all'unisono “a noi che siamo gente di pianura” e in queste parole forse si riconosce. Gente di mareCosa resterà degli anni Ottanta e Stai con me, una dopo l'altra, non c'è bisogno di annunciarne i titoli, il pubblico si sta scaldando, batte le mani a tempo, esprime la sua partecipazione con ululati e grida di gradimento.

 

Una scaletta di successi e di emozioni
Raf propone un viaggio nell'anima e nel tempo: i suoi più grandi successi, mischiati con brani del suo repertorio più recente entusiamano la platea e risvegliano ricordi: gli anni Ottanta sono passati da un bel pezzo e ancora ci chiediamo “chi la scatterà la fotografia”, chi non ha mai provato su di sé l'inevitabile follia dell'amore e magari ha scritto in un messaggio alla sua amata “siamo due calamite viventi,  tutto il resto del mondo non c'é” prendendo in prestito le parole di una canzone che sembra scritta ieri e che invece è stata una hit del 1988. 

 

Comunque io e te
L'amore, in tutte le sue sfaccettature, è il protagonista assoluto e si manifesta in suggestive immagini evocative: in Stai con me è l'amore pieno di due amanti, per sempre insieme come “anelli di catene, uniti per non spezzarsi più”, in Come una favola l'amore esiste anche al di là dei limiti, è come un sogno che non si spezza di fronte alle fatiche della vita, nel brano Inevitabile follia l'amore diventa prigionia e si consuma “in una lenta eutanasia”.

 

Metamorfosi
“Questa è una canzone che avevo tolto dalle scalette dei concerti, perchè ogni volta mi commuovevo e mi fermavo a metà” racconta Raf sempre più sciolto sul palco “La canto stasera dopo anni”. L'artista parla di sé apertamente:  “ Le farfalle non abitano lo stomaco, ma il cuore. Si posano sulle spalle dei più fragili e tornano, le farfalle tornano”. Si intuisce un'assenza, un dolore dietro questa canzone, ma un siparietto comico con l'addetto al gobbo, che si è come desincronizzato riporta gli animi su piani più leggeri.

 

Un piantatore di alberi
Il secondo medley dà l'occasione a Raf di parlare del suo impegno in favore dell'ambiente: “ La Terra è infuriata. Una mano sadica cerca di soffocarla. Una generazione di ragazzi tenta di prendersi cura di questo scempio”: nel brano Iperbole  l'interprete, che si autodefinisce un piantatore di alberi, sembra chiedere a se stesso “Chissà se ancora ci crederai in un futuro da difendere”.

 

Battito animale
Luci rosse pulsanti come un cuore che batte introducono un altro successo, che scatena il pubblico in sala. Raf scandisce la parte ritmica da rapper e tutto nella sala batte: si battono le mani, qualcuno anche i piedi, i tamburi della batteria sul palco, le luci intermittenti, i flash dei cellulari. Cresce un vortice di energia, che esplode sulle prime note di Self Control, il terzo singolo più venduto del 1984 (dietro a Stevie Wonder e agli Wham). All'improvviso, tornati adolescenti, si corre sotto il palco come in una invasione di campo e si balla, si urla, si canta a squarciagola. Da qual momento il S. Domenico diventa una discoteca e l'autocontrollo viene bandito dalla sala.

 

Un ospite a sorpresa
Le ultime canzoni sono come una galoppata, l'entusiasmo è alle stelle, impossibile richiamare all'ordine i presenti. Ti pretendo chiude la scaletta dei brani ufficiali. Sul palco appare a sorpresa Gianluca Grignani, che saluta in modo defilato ed informale l'amico Raf e il pubblico. Seguono i ringraziamenti di rito ai musicisti, ai collaboratori, ai tecnici audio-video, a Radio Italia, partner del tour 2023 e, non ultimi, ai cremaschi presenti in teatro. Resta solo lo spazio per un bis Infinito come l'emozione vissuta e condivisa con semplicità tra palco e platea.

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