27-03-2023 ore 09:54 | Cultura - Incontri
di Boris Parmigiani

Le monete romane del museo civico di Crema, la conferenza di Antonio Pavesi al sant'Agostino

Le monete romane del Museo civico di Crema. Questo il tema dell’iniziativa curata dal Touring Club Crema, dal gruppo culturale cremasco L’Araldo, l’Ordine di Tarantasio del lago Gerundo e l’Istituto storico del Risorgimento italiano. Nella sala Fra’ Agostino del sant’Agostino, Antonio Pavesi, insegnante di materie umanistiche alla media Vailati di Crema e, successivamente, in istituti superiori, ha evidenziato le peculiarità delle monete di età romana: l’omperatore Traiano, il tesoretto di Camisano, il ripostiglio delle monete celtiche di Rivolta d’Adda e il sesterzio di Alessandro Severo. Il Museo civico di Crema possiede una notevole collezione numismatica, rappresentata da monete coniate dall’età pre-romana all’età contemporanea. Fra queste emergono anche alcune monete antiche di particolare valore.

 

L’età imperiale

Le monete romane del museo sono esposte nella sezione archeologica, nelle vetrine 12,13,14 e nella vetrina delle monete di Camisano. Il gruppo di monete romane più importante è quello rinvenuto a Camisano: tesoretto costituito da circa circa 90 monete, che il proprietario seppellì in un luogo nascosto. Nel complesso, nella roggia di Camisano, presso la cascina san Giacomo, vennero recuperate poco più di 500 monete, tutte costituite da sesterzi in bronzo e quasi tutte coniate dalla zecca di Roma, in età imperiale. Un quantitativo importante, il maggior deposito nel nostro territorio, unitamente al ripostiglio delle monete celtiche di Rivolta d’Adda scoperto nel 1975. Altre monete sono state trovate in varie zone del cremasco: Palazzo Pignano, che gode della fama del più ricco dei reperti romani e Vidolasco, oppure Offanengo. Trattasi di monete coniate in età imperiale, fatta eccezione di quella con la sigla del magistrato monetario Dosseno, risalente al periodo repubblicano e di tipo divisionale: assi o sesterzi.

 

Optimum princeps

Il sesterzio dell’imperatore Traiano rappresenta al meglio la “chiave di lettura” di una moneta romana. Traiano nacque nell’anno 53 d.C. presso Siviglia, in Spagna. È annoverato dalla storiografia antica come “optimum princeps”, ovvero il migliore tra gli imperatori romani; titolo conseguito per le sue capacità di condottiero, amministratore e politico. Il sesterzio di Traiano ha bordo o contorno che costituisce lo spessore e può essere liscio o rigato; la corona, parte circolare della moneta, che si colloca vicino al bordo, e, in genere, nelle monete romane è costituita da un cerchio perlinato; il dritto che in tutte le monete imperiali riporta l’effigie dell’imperatore e ci permette di conoscere l’uomo; l’esergo, parte inferiore della moneta, nella quale trovano spazio l’anno d’emissione, il valore e i segni della zecca; la faccia olato (superfici opposte della moneta); la leggenda che costituisce la parte più importante della moneta ed è scritta in lingua latina; è quindi necessario conoscere l’epigrafe latina per risalire alla data in cui fu coniata la moneta, facendo riferimento agli anni in cui governò l’imperatore ricoprendo cariche pubbliche; il rovescio rappresenta il lato opposto al dritto e reca un’immagine simbolica, a volte riferita ad una divinità o ad un’opera pubblica, altre volte ad una campagna militare combattuta dall’imperatore, oppure ad un’immagine che esprime le caratteristiche del suo governo. Tutti i sesterzi erano coniati con decreti del senato, in un lasso di tempo che spazia dall’anno 71 d.C. (la moneta più antica) al 253 d.C (la moneta più recente).

 

Alessandro Severo

Fra le prime monete emerse nel corso del reperimento del “tesoretto” di Camisano, vi fu quella raffigurante l’effigie di Alessandro Severo: trattasi di un sesterzo in bronzo,coniato nel 234 d.c. che, attualmente, fa parte della mostra esposta nella vetrina dedicata al tesoretto. Alessandro Severo governò dal 222 d.C. al 235 d.C. ma, considerata la sua giovane età, il potere fu esercitato dalle donne componenti la sua famiglia. Nel 235 d.C. fu assassinato con la madre dal suo esercito, nel corso di una campagna contro le tribù germaniche. Al termine della relazione, ha fatto seguito la testimonianza di Andrea Zecchini, scopritore del “tesoretto” di Camisano, in data 26 aprile 1997.

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