27-01-2020 ore 10:15 | Cultura - Teatro
di Chiara Grossi

Teatro Caverna intenso e coraggioso: Alice applaude la Ballata del vecchio marinaio

Sabato sera, Alice nella città è stata condotta per mari e tempeste attraverso la Ballata del vecchio marinaio, una poesia settecentesca dell’inglese Samuel Taylor Coleridge, portata sul palco dal teatro Caverna con una performance costruita sul linguaggio del teatro di ricerca. Damiano Grasselli, unico attore in scena, ha navigato tra voci profonde e sguardi ipnotici, dando forma in maniera essenziale e allo stesso tempo viscerale alle parole erranti e di sventura dell’autore romantico.

 

Metamorfosi vocali e mimiche
L’attore è già in scena all'entrata del pubblico, in attesa di raccontare la sua storia: il rumore quasi alienante di gocce d’acqua trasmette inevitabilmente l’angoscia che perseguita il protagonista che uccise l’albatro, segno di fortuna. Con le proprie mani, il marinaio gioca creando ombre attraverso le quali i suoi occhi profondi ricercano una via di salvezza. Il corpo è fermo, seduto al centro del palco; si muove appena, come a tenersi in equilibrio tra le onde del mare. Si stende e si contorce, invece, quando l’attore si trasforma e sfrutta i quattro microfoni a sua disposizione per dar voce ai diversi personaggi: metamorfosi vocali e mimiche che incalzano e catturano pienamente l’anima dei protagonisti.

 

Intenso e coraggioso
Il pubblico è stato così trascinato nel vortice di parole ed echi, di luci e rumori del mare: nella sala era possibile percepire il disequilibrio ondoso delle acque in tempesta e la parlata quasi ininterrotta e affannosa del marinaio riusciva a trasmettere ai presenti l’arsura straziante che lo perseguitava. Solo quando l’incantesimo si spezza lo spettatore torna ad assaporare la bonaccia del mare e si congeda dal marinaio che, libero dalle catene, si alza e se ne va, pronto a raccontare nuovamente la sua storia. La ballata dal vecchio marinaio del Teatro Caverna si è rivelato dunque un esperimento teatrale coraggioso e intenso, coinvolgente al punto da far perdere l’ascoltatore tra le rotte della malasorte e della vita e catapultarlo in un’altra dimensione. Questa recensione è frutto del lavoro dei partecipanti al laboratorio Intrecci+, finanziato da Fondazione Cariplo.

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