26-11-2018 ore 11:11 | Cultura - Musica
di Leonida

Alice nella città. Dossena e Frausto, quando il suono sposa immagine e sperimentazione

Affascinante ed efficace l’esperimento che Pietro Dossena e Miguel Angel Frausto (Noise4Eyes) hanno proposto venerdì sera ad Alice nella città. La sonorizzazione dal vivo del cult-movie La chute de la maison Usher di Jean Epstein ha decisamente colpito il pubblico in sala, catturato per oltre un’ora dalle sperimentazioni elettroacustiche del duo. Assettati a bordo palco di fronte a una tavola apparecchiata con laptop e oggettistica varia, i Noise4Eyes hanno svolto la loro composizione estemporanea come due scienziati di fronte al loro banco di lavoro.

 

Efficace amalgama

Alle esecuzioni svolte su strumenti digitali, ampio uso del touchpad in questo senso, si sono inframezzati i suoni della chitarra classica di Frausto, musicista messicano fortemente complementare a Dossena per stile e approccio, nonché le soluzioni prettamente “analogiche” – meglio sarebbe dire “concrete” – capaci di trasformare in timpano orchestrale la leggera percussione dei polpastrelli su un palloncino gonfiabile, accuratamente microfonato a contatto e riverberato. L’amalgama con le immagini di Epstein ha raggiunto il culmine con il meraviglioso tema di archi che Dossena e Frausto hanno disegnato sulla scena epica del funerale di Madeleine, creando una progressione armonica “Morriconiana” di straordinaria efficacia.

 

La sperimentazione

Altrettanto efficaci i temi orchestrali più direttamente riferiti all’immaginario sonoro delle soundtrack da cinema muto, con fiati e legni in marcia o puntillismo, a marcare l’andamento cadenzato dei fotogrammi. Più discutibile invece il bordone dato dal rumore campionato del vento, sottofondo di pressoché tutta l’esibizione, che per insistenza e scelta di frequenze pungenti ha probabilmente limitato le opportunità della dinamica compositiva ancorando molti passaggi al medesimo stato emotivo. Il progetto, co prodotto da Amenic Cinema e riproposto da Alice nella città a un anno di distanza, si è confermato uno dei più riusciti esperimenti nel suo genere e la risposta del pubblico nonostante la fruibilità per nulla scontata ne è stato il miglior riconoscimento.

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