26-06-2020 ore 08:30 | Cultura - Incontri
di Alex Corlazzoli

Scuola. Fiducia, caparbietà e mitezza: va in pensione la maestra Vanna Carpani

Ci sono maestre che non lasciano alcuna traccia e altre che imprimono un segno indimenticabile, che sanno insegnare con uno sguardo, con un sorriso. La maestra Vanna Carpani, arrivata al traguardo della pensione dopo trent’anni di lezioni, ha saputo cambiare la storia di molti bambini. Chi l’ha avuta come insegnante non può dimenticare il suo “metodo”: accompagnare gli alunni al sapere attraverso la fiducia, la mitezza, la caparbietà nel tentare e ritentare di insegnare a tutti. In classe con la maestra Vanna nessuno si è mai sentito escluso, lontano. Anzi il suo occhio è sempre stato rivolto ai più deboli, a quelli più in difficoltà, a chi non aveva un papà o una mamma alle spalle.

 

Il gioco e la bellezza

Proprio come il grande Mario Lodi, l’insegnante sergnanese, non aveva bisogno della cattedra perché sedeva accanto ai bambini. Chi l’ha avuta come collega (e io ho avuto questo privilegio) sapeva di incontrare una maestra che aveva tanto da insegnare ai più giovani. Bastava citare don Lorenzo Milani e Vanna sapeva di chi si stava parlando: è stata una di quelle maestre che ha incarnato nella sua professionalità “Lettera a una professoressa”. Bastava menzionare Gianni Rodari e a lei veniva in mente una filastrocca o una delle straordinarie storie del maestro di Omegna. La maestra Vanna non ha mai dimenticato Alberto Manzi e l’ha declinato nelle sue classi. Ha saputo essere “montessoriana” dando valore all’osservazione del bambino, al gioco, alla bellezza.

 

Equilibrio e saggezza

I suoi primi passi da maestra li ha fatti nella frazione di Bottaiano, in quell’edificio che somigliava molto alla scuola del libro “Cuore”. Mamma di cinque bambini ha saputo coniugare la sua maternità al suo mestiere senza mai risparmiarsi. Dal circolo di Sergnano dove ha trascorso i primi anni è passata all’istituto comprensivo di Trescore Cremasco dove è rimasta fino a quest’anno concludendo la sua “carriera” nel plesso di Casaletto Vaprio. Una vita spesa per la scuola con la capacità di attraversare le diverse epoche che hanno caratterizzato l’evoluzione del nostro sistema d’istruzione: la maestra Vanna ha sempre avuto la saggezza e l’equilibrio adatto per affrontare ogni situazione. A me ricordava la mia maestra Teresa, le maestre d’un tempo, quelle donne che erano capaci di amare i bambini, di là di ogni voto, di ogni verifica, di ogni etichetta che la scuola di oggi prova a mettere ai nostri alunni.

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