24-09-2021 ore 18:58 | Cultura - Itinerari
di Rebecca Ronchi

Ciclabile per un giorno, in visita all’impianto idraulico di sollevamento dell’acqua

La visita all’impianto idraulico di sollevamento dell’acqua lungo la strada che conduce a Ripalta vecchia sarà l’evento conclusivo dell’edizione 2021 della Ciclabile per un giorno. L’iniziativa del Parco del Serio, supportato dai comuni di Crema, Madignano e Ripalta Arpina si terrà domenica 26 settembre e prevede l’accompagnamento dell’architetto Marco Ermentini.

 

Strada chiusa dalle 6 alle 17

Il ritrovo alle ore 9.30 presso l’impianto: prevista la registrazione dei partecipanti (accesso consentito solo esibendo la certificazione verde Covid). Per informazioni rivolgersi alle segreterie del Parco del Serio (+39 0363 901 455) o dei comuni di Ripalta Arpina (+39 0373 242 544) e di Madignano (+39 0373 65 139). Si ricorda il divieto di transito a tutti i veicoli a motore dell’intero tratto di strada compreso tra Crema a Ripalta Arpina dalle ore 6 alle 17. Per info sulla collocazione dei parcheggi consultare i siti istituzionali dei comuni. A Crema è attivo il servizio di bike sharing.

 

Roggia Borromea

Nel 1929 la società di gestione della roggia Borromea decise di aumentarne la portata d’acqua realizzando una derivazione dal fiume Serio, a valle di Crema, in una zona in cui l’alveo era vicino alla roggia in un terreno nei pressi della cascina Dosso, lungo la strada per Ripalta Vecchia. Per compensare il dislivello di 7,2 metri tra il fiume e la roggia, venne costruito un impianto di sollevamento dell’acqua che comprendeva un edificio per la sala macchina con le turbine, le derivazioni sulla sponda del fiume, una vasca di raccolta dell’acqua sollevata, un canale di immissione nella roggia Borromea e una casa per il personale. Il complesso era dotato di quattro gruppi di turbine elettriche da 160 e 250 HP capaci di sollevare l’acqua del Serio sette metri più in alto e immetterla nella roggia. L’impianto ha funzionato sino al 1987, data della sua dismissione e del successivo abbandono. Nel 1999 l’edificio fu acquistato e successivamente restaurato da Umberto e Antonio Cabini.

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