24-05-2025 ore 18:54 | Cultura - Incontri
di Giovanni Colombi

Crema. Al via '57 giorni': per non dimenticare e promuovere la cultura della legalità

Ieri sera presso il Largo Falcone e Borsellino, a Crema, ha preso il via l'iniziativa della Consulta dei giovani, e del comune, dal titolo “57 giorni, strade di legalità”, giunta all'ottava edizione edizione. All'ombra dell'ulivo piantato più di trenta anni fa da studenti, studentesse e docenti dell'allora istituto magistrale Albergoni, si sono tenuti i discorsi istituzionali, la deposizione della corona di alloro e momenti di musica, danza e poesia per ricordare la strage di Capaci, del 23 maggio 1992, dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

 

Esempio indelebile di rigore morale

“Ci ritroviamo come ogni anno – ha ricordato il sindaco Fabio Bergamaschi - per ricordare con fermezza e commozione uno dei momenti più bui della nostra Repubblica: la strage di Capaci. A distanza di 33 anni da quel tragico pomeriggio il loro sacrificio non è solo memoria: è un monito, è un’eredità civile, è un richiamo alla responsabilità di ciascuno di noi. Falcone, come Paolo Borsellino poche settimane più tardi, ci ha lasciato un esempio indelebile di rigore morale, di intelligenza, non solo investigativa, di fede incrollabile nello Stato di diritto, nella Repubblica Italiana, nelle sue leggi. Ciò che oggi, con particolare forza, dobbiamo ribadire è che la mafia non è un problema confinato al passato o a un’altra parte del Paese. La mafia è viva, si adatta, cambia pelle. Non sempre spara: più spesso sussurra, seduce, si infiltra in silenzio nei gangli del tessuto economico, si insinua nelle nostre città, nelle loro attività commerciali, si mimetizza dietro le apparenze della legalità e dell’ordinarietà”.

 

Il nord Italia è terreno fertile per la mafia

“Ne abbiamo avuto proprio in questi giorni un esempio concreto e inquietante, qui nel nostro territorio. Un imprenditore è stato raggiunto da un provvedimento di sequestro patrimoniale per 400mila euro. Le indagini, condotte con determinazione e competenza dalla Direzione Investigativa Antimafia e dalla Guardia di Finanza di Crema, cui va la nostra stima e gratitudine, hanno accertato la sua vicinanza a famiglie mafiose di Niscemi, in Sicilia, e il suo ruolo occulto nella gestione di un bar-tabacchi del nostro centro urbano. Un episodio, certo. Ma non un’anomalia. È, al contrario, la conferma di quanto già studiosi, magistrati e forze dell’ordine denunciano da anni: il Nord Italia è terreno fertile per una mafia che non cerca lo scontro, ma la coesistenza. Che non si impone con la violenza, ma si insinua con le complicità e l’opportunismo. È quella che il sociologo Rocco Sciarrone definisce “area grigia”: una zona opaca dove si incontrano interessi illegittimi e apparenti legalità, in un intreccio che mette a rischio la tenuta sociale, morale ed economica delle nostre comunità. In questo contesto, il nostro compito, come amministratori e come cittadini, è chiaro. Dobbiamo agire. Dobbiamo “spargere il sale sulle contiguità”, come ha detto il prefetto Giannelli.

 

Promuovere la cultura della legalità

“Dobbiamo creare un ambiente ostile all’infiltrazione, promuovere una cultura della legalità che non si limiti alla commemorazione, ma che permei ogni decisione pubblica, così come ogni scelta privata. Le istituzioni devono essere le prime a fare rete, a collaborare, a garantire che i denari pubblici vangano spesi con trasparenza, che ogni attività economica venga protetta da chi vuole utilizzarla come strumento per riciclare, per corrompere, per dominare al di fuori delle regole. Alle imprese oneste, che sono la grande maggioranza, va il nostro supporto più convinto. A loro dobbiamo offrire strumenti, sportelli di ascolto, reti di protezione. Dobbiamo dire chiaramente che chi denuncia non è solo, che lo Stato c’è, che le mafie possono essere sconfitte. E, soprattutto, dobbiamo educare le nuove generazioni, a partire dalle nostre scuole, affinché nessuno più possa più pensare che il tema del contrasto alle mafie sia qualcosa che non riguardi anche la sua precisa responsabilità. Falcone diceva: “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”. Sta a noi affrettare quella fine. Con la cultura, con la legalità, con il supporto alle forze dell’ordine ed alla magistratura, con comportamenti quotidiani che traducono il rigore morale, anche nelle piccole cose, che tali non sono. A nome dell’amministrazione comunale rinnovo oggi l’impegno della nostra città nel contrasto a ogni forma di criminalità organizzata. La memoria di chi è caduto per lo Stato vive in ciò che scegliamo di fare ogni giorno. Che questa giornata sia non solo commemorazione, ma rinascita della nostra volontà collettiva di essere presidio di legalità, giustizia e dignità”.