24-01-2021 ore 10:43 | Cultura - Tradizioni
di don Emilio Lingiardi

Unità dei cristiani. Papa Giovanni: "Cercare ciò che ci unisce più di quello che ci divide"

Nello scorso Natale, quasi come una strenna, i Francescani di Assisi hanno pubblicato un testo, molto documentato, dal titolo “La tunica e la tonaca” a cura di padre Enzo Fortunato. La prima si riferisce alla veste che Gesù indossava al momento della Crocefissione e che non è stata divisa dai soldati, ma tirata a sorte; la seconda parla dell'abito di Sacco voluto da san Francesco e rattoppato in 18 punti da san Chiara servendosi del suo mantello.

 

Unità e rottura

Nel primo millennio del Cristianesimo la tunica di Cristo, significativa dell'unità della Chiesa, non è stata mai rotta nonostante le fatice e le difficoltà di comprensione dei misteri principali della fede. Nel secondo millennio si sono verificate le più gravi lacerazioni dell'unità: nel 1054 la rottura con l'Oriente; nel 1517 la frattura causata da Lutero e qualche anno dopo la separazione con l'Inghilterra voluta da Enrico VIII. Per secoli questi cristiani divisi si sono combattuti, a volte anche con guerre, offesi e insultati. Dal 1908 su indicazione di un pastore metodista si è incominciato a trattare del problema dell'unità, che si chiama Ecumenismo, sopratutto con la settiman che stiamo vivendo (18-25 gennaio) dove ogni anno alcune comunità cristiane preparano testi per la riflessione e la preghiera comune. Quest'anno il tema recita: “se rimanete nel mio amore, porterete molti frutti” ed è stato preparato dalla Comunità monastica femminile di Grandchamp, in Svizzera, composta da 50 monache provenienti da varie confessioni cristiane sul modello della Comunità maschile di Taizè.

 

Segni di unità

Al di là delle divisioni teologiche, sono maggiori i punti di unità tra le chiese: la fede in Gesù legata al battesimo, la preghiera comunitaria, il monachesimo e il martirio, dimensioni che accomunano tutti i credenti. Lo stile dell'Ecumenismo ci è indicato da san Francesco di Sales, che ricordiamo domenica, che rispondeva al Papa che gli imponeva la scomunica ai calvinisti presenti a Ginevra dove era vescovo: “si prendono più persone con una goccia di miele che con un barile di aceto”. Qualche anno dopo nell'Abruzzo san Camillo de Lellis, fondatore dei Camilliari/e, istituti ospedalieri, rispondeva al Papa che lo sollecitava per una crociata verso i turchi: “solo la carità convertirà i turchi”.

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