Il Trattato di funambolismo parla chiaro: “L’essenziale è nella semplicità. Ecco perché il lungo cammino verso la perfezione è orizzontale. Bisogna battersi contro gli elementi per apprendere che tenersi su un filo è poca cosa, ma restare dritti e ostinati nella nostra follia di vincere i segreti d’una linea è per noi funamboli la forza più preziosa”.
Il sogno
Dopo gli inizi nel quartiere latino di Parigi, il funambolo Philippe Petit apprende l'arte del filo all'interno del magico e misterioso mondo del circo. Da semplice artista che si esibisce ai margini di strada, il 7 agosto del 1974 raggiunge l'apice grazie ad una irripetibile camminata fra le Torri Gemelle del World Trade Center, in equilibrio su un filo d’acciaio, senza protezioni. Un'impresa che, oltrepassando tutti i limiti conosciuti, lo consegna alla storia.
Il riscatto
Dopo Forrest Gump il regista Robert Zemeckis si cimenta con un'altra incredibile impresa, che porta un uomo a superare se stesso, rischiando la propria stessa esistenza e offrendo al contempo un riscatto per ciascuno. Inno alla caparbietà, alla determinazione e alla vita, offre brividi a non finire, potendo contare su tecniche di ripresa decisamente sensazionali. Ottima l'interpretazione di Joseph Gordon-Levitt, affiancato da Ben Kingsley, Charlotte Le Bon, Clément Sibomy, James Badge, Dale e César Domboy.
L'uomo sul filo
Il film è l'adattamento del libro Toccare le nuvole fra le Twin Towers. I miei ricordi di funambolo (To Reach the Clouds), scritto da Petit nel 2002. È la terza pellicola dedicata alla sua impresa dopo il cortometraggio High Wire di Sandi Sissel del 1984 ed il documentario Man on Wire - Un uomo tra le Torri di James Marsh, che Premio Oscar per il Miglior documentario nel 2009.