21-10-2021 ore 12:41 | Cultura - Arte
di Gloria Giavaldi

Umorismo, spiritualità, gessetti e tempere all'uovo: arte femminile e Divina commedia

Mani di donna creano, viaggiano, raccontano, rivelano. Ciascuna a modo proprio, infilandosi nei dettagli di un'avventura, quella dantesca, attuale ancora oggi. Le donne dicono la loro, sfidano i tempi, le mode, le convenzioni e “dimostrano che non sono in alcun modo deficitarie. Al contrario, sono abili tecnicamente e dotate di capacità immaginativa rispetto ad un tema elevato, complesso. E vasto”. L'occhio di Chiara Nicolini, curatrice, insieme ad Edoardo Fontana, della mostra Un viaggio lungo settecento anni. Immagini per la Divina commedia, allestita presso la pinacoteca del museo civico fino al prossimo 9 gennaio e resa possibile grazie al contributo di università, privati e associazioni, è tutto rosa. I suoi studi si sono concentrati principalmente sull'impegno delle donne nell'illustrazione del testo dantesco per eccellenza. “Mi sono appassionata a questo tema mentre lavoravo in una biblioteca. Impegnata nella catalogazione di edizioni illustrate della Divina Commedia, mi è capitata tra le mani un'edizione del 1813 di Sofia Giacomelli”.

 

Sintesi personale

Artista, ma anche cantante, Giacomelli “è ad oggi la più risalente”, menzionata in pochissime bibliografie dell'epoca come colei che si ispira a John Flaxman. “In realtà, le sue rarissime calcografie sono frutto di una sintesi personalissima. Da queste si notano alcune influenze, si vede che Giacomelli ha visto e vissuto la tradizione, interpretandola a modo proprio”. Di certo, è la più neoclassica tra tutte. Riprende la statuaria. Il suo tratto è preciso, definito, puntuale. Nonostante questo, valorizza il portato spirituale della commedia: “ questo è un tratto distintivo di tutte le donne. Dalle loro opere è subito chiaro a quale cantica si sono maggiormente appassionate”.

 

Un viaggio tra le tecniche

Così, ad esempio, nella traduzione danese con le xilografie di Ebba Holm (1929) emerge un particolare interesse per il Paradiso. Holm riprende Dorè, ma si distingue per “un bianco e nero purissimo”. Più recenti i contributi di Monika Beisner, con miniature riprodotte in un’edizione Valdonega del 2005 ed i pastelli di Juke Hudig. “La prima propone un ciclo di opere ispirate alla miniatura medievale realizzate con tempere all'uovo. Si tratta di una tecnica che richiede molto tempo e molta pazienza”. Indispensabile alleata per una rielaborazione del tutto personale: “nell'illustrazione del Paradiso, Beisner ha scelto di non illustrare i personaggi, ma di rappresentare i santi con i loro simboli”. La tradizione rivive, con i tagli tipici della miniatura medievale, ma abbraccia la modernità: “propone prospettive attuali”. Huding, invece, usa i gessetti colorati per descrivere “l'incontro con Dante, che è per lei a tutti gli effetti un percorso personale”.

 

Immagini per bambini

In altra direzione è andato lo sforzo di Valentina Canocchi e Maria di Stefano, illustratrici di riduzioni per bambini. “La scelta di spiegare la Divina Commedia ai bimbi è una vera e propria sfida che in questa mostra, prodotta dal museo civico di Crema, abbiamo deciso di cogliere: è un'esposizione per tutti”, un viaggio che è sempre il momento di intraprendere. “Per parlare ai più piccoli le due hanno usato modalità differenti. Maria Di Stefano propone una versione edulcorata, dai torni dolci. Nei suoi lavori le anime sono figure lilla, adeguate ad un albo per bambini. I Troni (gli angeli ndr) vengono rappresentati come pianeti multicolori con tanti occhi”. Valentina Canocchi, invece “ha risolto ogni difficoltà legata alla narrazione con l'umorismo. Riprendendo Asterix e Obelix riesce a rappresentare ogni tratto senza appesantire: le anime nude ad esempio compaiono coperte solo da una foglia di fico”. Le soluzioni si adeguano ai tempi e ai destinatari: ciò che vince sempre è la creatività, unita al desiderio di esserci. Di dire e dimostrare che le mani di donna creano. E, nei secoli, lasciano il segno.

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