21-09-2020 ore 16:30 | Cultura - Libri
di Gloria Giavaldi

Manifesti. Michela Marzano, 'Idda' un viaggio di memoria ed amore alla scoperta di sé

Ricordo, memoria, sostegno, inclusione, accoglienza. Nella Giornata mondiale dell'Alzheimer, che si celebra oggi, lunedì 21 settembre tornano chiare le parole che hanno scandito l'ultimo incontro dell'ottava edizione de 'I manifesti' con la filosofa e scrittrice Michela Marzano ed il suo ultimo libro 'Idda', un viaggio nel tempo andato di una donna in carriera e nel presente frammentato di un'anziana che non si riconosce più, ma continua ad amare. Con parole confuse, ricordi spaesati, gesti incompiuti, silenzi spesso incompresi, Annie vive grazie all'amore. Ché l'amore, in fondo, resiste. Ai moti del tempo, agli scherzi della memoria, alla durezza e alla fragilità della vita. É una promessa, è “ciò che resta di noi anche quando andiamo in mille pezzi”. Anche quando risulta impossibile ricomporli c'è quel 'residuo' che ci salva, riportandoci all'essenza.

 

'Lutto bianco'

Vestita di bianco, circondata dal buio della sera e dal calore del pubblico, Michela racconta l'Alzheimer con grazia e verità. “Arriva un momento nella vita in cui i ruoli si invertono, i genitori perdono pezzi e nei figli si verifica un 'lutto bianco'. È quello che accade a Pierre, il compagno di Alessandra, la voce narrante di 'Idda'. Sua mamma, quella rigida, 'impermeabile', si ritrova in una casa di cura, derubata dei suoi averi. Non è più la stessa. Pierre non la riconosce e ha paura. Ama procrastinare, rifiuta, nega, si allontana. Non sta accadendo, non a lui. Non a sua madre. Alessandra, invece, guarda avanti senza paura. Non può voltarsi a guardare il passato da cui fugge. Non può tornare nelle terre salentine, dove i suoni del dialetto si mischiano ai profumi della natura e i ricordi fanno rima col dolore. Lei guarda avanti. Vive il presente, prende l'iniziativa, risolve in un batter d'occhio i problemi economici della mamma di Pierre, riordina casa. Inciampa in un carteggio. Lì tutto cambia. Lentamente.

 

In viaggio con 'lei'

Le lettere raccontano la storia d'amore dei genitori di Pierre. “È un modo per conoscerlo meglio, per capire i suoi comportamenti. Ma anche per capire se stessa. Per tornare a sentirsi figlia, fare pace con il passato. Conoscersi e riconoscersi”. Nella sua terra, nei suoi valori, nella sua famiglia. “Il passato non passa mai. Alessandra lo capisce dalle parole”. Sue e di Annie. Quando, durante una lezione universitaria, si ritrova sbadatamente in bocca i suoni del suo dialetto, si spaventa. Ma non scappa. Si lascia accompagnare in un viaggio, di fatto condotto da 'Idda' (che in dialetto salentino significa 'lei', da Annie, da quella stenodattilografa che ora vive di silenzi, di frasi sconnesse, di ricordi andati. E di un amore sempre vivo.

 

'Punto e daccapo'

Alla fine è pronta. Dopo attimi in balia delle parole, va in Salento, a casa sua, per fare pace con il passato. E non importano gli ostacoli: una zia invidiosa, alleata con la sua paura di fare i conti con i ricordi. Ad un certo punto si ritrova lì, davanti alla porta. Al di là c'è suo padre malato, quello che anni prima, ubriaco, aveva ammazzato la madre in un incidente d'auto. Quello che l'aveva costretta a fuggire. Per ricominciare tutto. 'Punto e daccapo'. Entra. Il passato si fa chiaro, il presente limpido, il futuro pieno di sorprese. “Con 'Idda' ho voluto raccontare il presente di Annie”, fatto di mille pezzi diversi che ricompongono sempre la stessa persona. Ma anche il passato ed il presente di una donna che riesce a riconoscersi”.

 

La potenza dell'amore

'Idda' è un romanzo sull'identità, su ciò che siamo e su ciò che resta quando i segni del tempo non si nascondono più. Ma anche sulla potenza dell'amore: “Idda racconta tre storie d'amore”. Diverse, legate da quell'unico nodo che non potrà mai sciogliersi. “ Anche quando Annie non riconosce più continua ad amare” lo ripete più volte, Michela. L'amore resta. Resta nei gesti di chi ogni giorno assiste i propri cari senza sosta. “In Italia – spiega – forse manca un tessuto d'accompagnamento per i familiari, spesso lasciati soli a fare i conti con l'Alzheimer. In Francia, almeno in epoca pre Covid, c'era un sistema valido”.

 

'Crema città amica dell'Alzheimer'

Oggi, in questa giornata mondiale per l'Alzheimer silenziosa, non resta che riflettere ed impegnarsi: “Crema vuole essere una 'città amica dell'Alzheimer” ha detto il sindaco Stefania Bonaldi sul palco con gli assessori Emanuela Nichetti e Cinzia Fontana. “Vogliamo stare vicino alle persone malate e ai loro familiari, facendoci spazio nelle loro vite in punta di piedi". Con 'sensibilità, comprensione, sostegno, assistenza'. Le parole sono impresse su un cartellone posizionato poco più in là. È l'essenza del prendersi cura: l'amore per il prossimo.

1635