21-06-2019 ore 20:01 | Cultura - Musica
di Andrea Galvani

King Crimson, dal vivo alla Royal Albert Hall: un mix d'innocenza, disciplina e bellezza

La musica è un eterno presente e l’attuale formazione a sette teste dei King Crimson un continuo divenire. I primi due concerti alla Royal Albert Hall (di complessivi tre) hanno alimentato l’opinione che anche piccole imperfezioni siano preziose e attraverso la disciplina non solo si possa raggiungere la libertà, ma durante il percorso godere appieno dei molteplici benefici della crescita. Seguendo il consiglio di Robert Fripp, in questi casi è opportuno porsi in una condizione di rilassata, attiva predisposizione all’ascolto, quindi all’accoglienza.

 

Ascolto innocente

Con ‘orecchie innocenti’ si raggiunge più facilmente l’essenza delle cose, traendone nutrimento. È indubbiamente vantaggioso evitare l’attrito procurato dall’attesa che Mel Collins ripeta nota per nota il tema di Island ed anzi - e addirittura - col sassofono sappia infonderle nuova linfa; oppure vivere le serate senza ‘aspettarsi’ che il sapientissimo custode dei più reconditi percorsi del tempo Tony Levin suoni due volte un’identica linea di basso. Rende più vivida l’esperienza non essere sorpresi dalla tecnica, dalla velocità e dalla creatività di Gavin Harrison ma dal semplice, spiazzante buffetto fatto sul tom tom con un dito, al termine di un assolo da urlo. In un crescendo costante si coglie il momento in cui con un sorriso compiaciuto e beffardo Jeremy Stacey passa da fughe forsennate alla batteria a delicate armonie sul pianoforte, mentre Jakko Jakszyk gusta ammaliato il procedere d'insieme e il virtuosismo dei compagni, interpretando al meglio delle sue possibilità le parti cantate e gli accompagnamenti alla sgargiante e ammiratissima chitarra.

 

Creatività

Passando in diagonale da un estremo all'altro della band, di Pat Mastellotto strabiliano qualità e sapienza: suonando batteria o percussioni d'ogni genere e sorta, è in grado di far poesia. Lo strumento suona per la sua presenza, in simbiosi, non per una sua forzatura. Si potrebbe restare ore a guardare la mano destra di Robert Fripp. Reinventa il repertorio ad ogni esecuzione. Il suo tocco è potente come un tuono e leggero come una piuma, incantevole come una farfalla. La sua inesauribile voglia di creare musica, traendola dal silenzio e trasferendola al pubblico è commovente. Le due serate si sono basate su alcune peculiarità: ‘i paesaggi sonori’ per accompagnare con dolcezza all’ingresso e le tre batterie - sbizzarrendosi in cavalcate a perdifiato o virtuosi saggi di tecnica - col loro ritmare ripetuto hanno smosso gli ascoltatori nel profondo, li hanno stupiti e divertiti, ma soprattutto hanno ‘svuotato’ le loro menti da resistenze e preconcetti, preparandoli all'emozione.

 

In Italia a luglio

Il pubblico ha tributato standing ovation ai brani classici, mentre i passaggi più emotivamente o tecnicamente efficaci con applausi a scena aperta. Molto democraticamente ciascun componente della band gode del proprio spazio e sapientemente mette a disposizione degli altri la propria arte. Quando le condizioni lo consentono – la musica è assecondata dal rispetto e dall’energia dei presenti - si raggiungono picchi di altissimo livello, in particolare nei molti spazi destinati all’improvvisazione. In platea un pubblico eterogeneo, non solo ‘vecchi fan’, ma anche molti giovani e donne. In Italia arriveranno il 6 luglio: dopo Palmanova (piazza Grande) suoneranno lunedì 8 all’Arena di Verona e il 10 a Stupinigi e il 18 a Perugia. Occasioni propizie per assistere ad un evento eccezionale, nel cinquantesimo anno di vita della band. In allegato le scalette ai concerti di Londra. Un particolare ringraziamento alla Aeg Presents Uk per l’ospitalità riservata.

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