21-05-2025 ore 14:50 | Cultura - Incontri
di Denise Nosotti

Don Recalcati: ‘aprire il cuore alla fratellanza’. Incontro con il cappellano di san Vittore

Proseguono gli incontri giubilari, nell’anno santo della speranza, anche a Crema. Lunedì 19 maggio, il salone dell’oratorio di san Bernardino ha ospitato don Marco Recalcati cappellano del carcere di san Vittore a Milano. È stato ospite dell’unità pastorale san Giovanni Paolo II. Il relatore è stato introdotto dal parroco don Lorenzo Roncali. Don Recalcati ha interloquito con il pubblico lanciando un messaggio importante. “L’anno giubilare serve per la conversione, ma anche per provocare nella vita”. Don Marco ha demolito, in un certo senso, l’immagine cupa, buia e a volte macabra dei carceri che si vede nei film.

 

La sua esperienza da sacerdote

È da dodici anni che si occupa dei carcerati a San Vittore a Milano e si definisce “fortunato come sacerdote perché la sua vocazione qui ha un significato denso e intenso”. Ha ricordato la decisione di papa Francesco di aprire la seconda porta santa al carcere di Rebibbia. “È stato un bel gesto. È importante aprire le porte, ma soprattutto il cuore alla fratellanza e alla speranza che non delude mai’. Ha paragonato la speranza ad un’àncora sulla terraferma a cui restare attaccati.

 

Mettersi in ascolto

“Non ho scelto io di fare il cappellano carcerario. Mi è stato indicato dal vescovo. Io che ho sempre avuto un buon sonno, quella notte non ho dormito. Ho accettato subito, ma mi sono posto degli interrogativi e confrontato con altri preti. Mi sono consultato con don Daniele per vent’anni cappellano nel carcere monzese. Mi ha dato alcuni insegnamenti. Il primo dei quali il servizio dell’ascolto. Il sacerdote in carcere ha il compito di mettersi in ascolto specialmente dei più fragili e di chi ha davvero il desiderio di cambiare vita. In carcere molti si accorgono di chi davvero li vuole bene. Alcuni ritrovano la fiducia. In carcere uno degli elementi più preziosi è il silenzio. Si trova solo nella cappella, davanti al Signore. Per tanti questo è un vero momento di libertà”.