20-10-2021 ore 16:28 | Cultura - Libri
di Gloria Giavaldi

Avvocati di Crema e Cremona: dal Medioevo al 'colpo di grazia alla giustizia di prossimità'

“È cremasco il fondatore del diritto penale moderno, il padre della scienza criminalistica europea”. Si chiama Alberto da Gandino con il suo Tractatus de maleficiis. Parte da qui il viaggio con gli occhi di Francesco Nuzzo nella storia degli Avvocati di Cremona e Crema grazie all'omonimo volume presentato ieri pomeriggio in sala Da Cemmo. “Si tratta di spigolature storiche” minimizza l'autore. “Al contrario: un vero e proprio saggio storico con approccio tecnico alle fonti, ricostruite in modo critico” commenta il docente di archivistica Francesco Martelli. Presente all'iniziativa fortemente voluta dall'Ordine degli avvocati di Cremona anche il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi per la quale la pubblicazione “dimostra come l'evoluzione della professione forense sia irrimediabilmente legata all'evoluzione di una comunità e della sua cultura giuridica”. Appassionante secondo il sindaco anche “il focus legato al tema delle donne avvocato che oggi superano, almeno nella provincia cremonese, i colleghi”. “Sono felice che sia presente il sindaco – riprende l'autore – così da poter stimolare l'intitolazione di una piazza o di una via ad Alberto da Gandino”. In città è presente una via intitolata ad Alberto Gandini, “ho già attivato con l'ufficio tecnico le opportune verifiche per capire se si tratti della stessa persona. Diversamente provvederemo” chiarisce il sindaco.

 

L'avvocato nella storia

Alberto da Gandino è stato un caposaldo dell'epoca medievale, attivo tra il 1200 ed il 1300. Poco più tardi “sotto la dominazione veneziana Crema aumentò il suo prestigio, la sua vocazione commerciale e tutto questo ebbe un'influenza anche sulla professione forense”. L'avvocato in epoca veneziana era un punto di riferimento in città. La successiva dominazione asburgica provocò un'inversione di tendenza. “In quegli anni veniva valorizzato il solo ruolo del giudice. L'avvocato svolgeva un ruolo quasi ornamentale, dal punto di vista sostanziale”. Dal punto di vista formale, invece, con gli Asburgo prese piede il cursus studiorum, vale a dire che non si acquisiva più la qualifica per diritto di nascita, per censo, ma per merito.

 

Unità d'Italia e Fascismo

Con l'Unità d'Italia tornò in voga il legame tra gli avvocati e la storia del nostro territorio, tra la professione forense e l'evoluzione delle nostre collettività. “Meglio, possiamo dire che sono diversi gli avvocati impegnati nelle battaglie risorgimentali di cui oggi si ha memoria collettiva. Questa ricchezza venne meno con il Fascismo. “Mussolini cercò di accattivarsi la simpatia degli avvocati, ma non ci riuscì”. Il consiglio dell'ordine sorto nel 1874 venne soppresso e la sua competenza sul versante disciplinare venne “assunta dal sindacato degli avvocati”. Era necessario iscriversi per esercitare. “Molti cremaschi antifascisti non lo fecero ed esercitarono di nascosto”. Il balzo poi è ai giorni nostri, con l'ultima riforma della professione accorsa nel 2012 e la successiva soppressione di diversi tribunali, tra cui il nostro: “Il tribunale di Crema non avrebbe meritato di scomparire: c'erano validi professionisti che sapevano battersi”.

 

Legami indissolubili

Già soppresso in epoca fascista, il tribunale cremasco era stato ricostituito nel 1947, “ma dall'anno successivo circolava la voce di una sua altra soppressione”. È avvenuta, anche se in ritardo. Secondo Nuzzo ha rappresentato “il colpo mortale ad una giustizia di prossimità che deve agire non solo per far rispettare la regola, ma anche per umanizzarla”. Giusto è tale “se riesce ad armonizzare la linea del diritto con la personalità di colui che si rivolge alla giustizia”. Questa è “la speranza che vi consegno” chiude Nuzzo. Una speranza che, in base a quanto detto da Francesco Martelli, ha vissuto nei secoli e che deve continuare a vivere. “La storia del diritto è irrimediabilmente legata alla storia del documento. Basti pensare, a titolo esemplificativo, che i documenti che hanno fatto la storia erano per lo più contratti”. L'altro legame che vale la pena evidenziare, secondo Martelli, è quello della storia del diritto con la storia del nostro territorio. Il periodo veneziano di Crema in questo senso è emblematico perché rimarca una grande differenza con Cremona. “ La città di Cremona aveva un impianto assolutista, accentratore. Crema, no: “sotto l'influenza veneziana aveva sviluppato una legislazione territoriale e più libera”.

 

Prossime evoluzioni

La figura dell'avvocato, dunque, cambia, subisce influenze, compressioni e nuovi riconoscimenti nel tempo. Ma resta, perché baluardo di libertà. “Nei periodi repubblicani gli avvocati sono un punto di riferimento per l'intera collettività. Nel 900, dopo il regime fascista, l'avvocato diviene anche una figura di alto spessore politico”. Preclusa alle donne fino al 1919, oggi la professione forense è prettamente femminile. Il futuro resta da scrivere, “conservando la memoria e raccontandola ai giovani”.

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