20-07-2022 ore 16:39 | Cultura - Manifestazioni
di Gloria Giavaldi

Il medico legale Cattaneo, 'nel mio lavoro umanità e scienza per ricostruire la verità'

“Lavoriamo per la vittima. Aiutiamo a ricostruire la verità. Per chi non c'è più e per la sua famiglia. Spesso entriamo in gioco per dare un nome alle vittime: l'identità è tutto ciò che siamo. Per mettere a tacere il dolore di chi resta in vita. Per dare un corpo su cui piangere, in un luogo definito, per aiutare l'elaborazione di un lutto”. L'anatomopatologa Cristina Cattaneo, ospite della decima edizione della rassegna I manifesti di Crema, antepone la delicatezza ad ogni cruda verità, cerca di mettere a nudo “la funzione sociale di un mestiere tanto difficile, quanto bello”. Nel suo ultimo libro Corpi, scheletri e delitti, edito da Raffaello Cortina editore, racconta casi meno noti, ma che hanno fatto la storia del Labanof, il laboratorio di antropologia e odontologia forense della Statale di Milano, che dirige.

 

Il valore dell'identità

Nato da una piccola iniziativa, “per provare a dare una risposta al problema sociale dei morti senza nome”, il laboratorio è un'istituzione nel settore. Lì dove “si sono fatti esperimenti, ci siamo messi alla prova diverse volte per fare meglio, per ricostruire la verità”. Spesso racchiusa in un nome, ciò che di più prezioso abbiamo. “L'identità è la nostra storia, è essenziale”. Sempre. Un obiettivo cui tendere con ogni mezzo. “Con il collega Davide Porta a Milano abbiamo per la prima volta applicato la ricostruzione facciale in ambito forense. Era il caso di Viola, le cui ossa sono state ritrovate in un bosco di Varese. “Lì abbiamo capito che in determinati contesti l'approccio scientifico fa la differenza. E più la scienza va avanti, più ci aiuta. C'è un margine d'errore. Quando sbagliamo non rendiamo giustizia”. In questa consapevolezza, la freddezza della scienza abbraccia l'umanità. “Ci occupiamo di storie, perché con la morte non è finito tutto. Anche da morti restiamo ciò che siamo stati”: protagonisti di una vita.

 

Il passato, il presente ed il futuro

Oltre le ossa, i crimini, “i resti”, “il nostro è un lavoro utile anche ai vivi. Ad esempio per valutare lesioni su minori stranieri non accompagnati o per le vittime di maltrattamenti”. L'intervento è dirimente anche per stabilire l'età anagrafica di persone non identificate ed il relativo trattamento dal punto di vista giuridico. Impegnata anche nell'identificazione delle vittime del disastro di Linate o del naufragio del 18 aprile del 2015, Cattaneo racconta con entusiasmo la finalità umanitaria del suo impegno. Senza dimenticare il legame con il passato. “Il nostro mestiere è legato alla scienza, ma anche alla storia, all'archeologia”. Tante sono state in questi anni le applicazioni del laboratorio per ricostruire il passato. Su tutte Cristina ricorda il recente studio sulle antiche reliquie di Ambrogio, Gervaso e Protaso. “Le analisi ci hanno portato a trovare una corrispondenza tra i risultati scientifici e le notizie agiografiche”. A confermare come un dialogo tra scienza e fede sia possibile.

 

Il museo

Vent'anni di storie, vent'anni di vita, di impegno, di ricerca. Ora il laboratorio della Statale di Milano è pronto a raccontarsi all'Italia in un museo tra ossa, crimini efferati, casi chiusi, ma anche tanta storia, tradizione ed umanità. Per spiegare: “ciò che siamo, ciò che tutti i giorni facciamo”. L'idea è sorta durante il Covid. Verrà inaugurato a Milano il prossimo 26 settembre. Racconterà di un impegno a servizio della giustizia e per rendere migliore la vita di chi resta.

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