Sabato 21 giugno dalle ore 16.30 alle ore 18 presso l'ex auditorium Cavalli, si terrà un evento che ripercorre la storia del femminicidio di Caterina degli Uberti, dell'apparizione della Vergine Maria e la storia della costruzione del sacro tempio mariano. Tutto cominciò il 3 maggio 1490 con il primo miracolo presso il bosco detto del Novelletto al limite della città di Crema da cui era partita una processione verso il luogo ove si era avuto il segno della presenza soprannaturale della madre di Gesù Cristo. Andrea Clavelli, vicario in Crema del vescovo di Piacenza, Fabrizio Marliani, celebrò una messa sopra un altare colà elevato per quell'occasione. Fu Ascanio Maria Sforza a dare l' assenso e perorare a Roma la costruzione della basilica di santa Maria della Croce.
La storia
Il 5 maggio 1490 vennero eletti sei deputati dal potere temporale, in Municipio a Crema. Il 18 maggio 1490 il vicario del vescovo di Cremona a Crema, Giovanni Antonio Terni e i sei deputati acquistano terreni tutti intorno all'area dove verrà costruito il santuario mariano, alla fine l' area del Novelletto sarà 27.900 metri quadrati. Il 15 luglio 1490 viene stipulato il contratto fra i deputati alla fabbrica della basilica: Carolus Benzolus, Manfredus Licinius, Andreas Martinengus, Franciscus Vimercatus, Paganus Benzolus, Antonius Maratius, Cristoforus Benvenutus e Iacobus Zurla con supporto dell'architetto lodigiano Giovanni Battaggio. L' atto notarile e' depositato presso l' archivio notarile di Lodi: atti del notaio Matteo Bravio.
La costruzione
Il 16 luglio 1490 viene stipulato, sempre con atto notarile, sempre dallo stesso notaio, un documento per il pagamento al Giovanni Battaggio del modello ligneo di quello che sarà l' architettura del santuario, per due lire imperiali partì da Crema con un carro trainato da due buoi alla volta di Milano presso la corte sforzesca dove era il modello ligneo inciso nel 1466 sulla medaglia commemorativa di Francesco Sforza, incisa per volontà di Bianca Maria Visconti, duchessa di Milano e commissionata a Bartolomeo Sperandio Savelli, mantovano. Il vescovo Ascanio Maria Sforza, figlio di Francesco Sforza e Biancamaria Visconti, in onore di suo padre perorò l' architettura del tempio mariano in onore di suo padre, traendola dalla medaglia del 1466.