20-02-2024 ore 14:27 | Cultura - Crema
di Denise Nosotti

Crema. Il Galilei incontra Giovanni Paparcuri testimone di giustizia. 'La mafia è cambiata'

L’IIS Galilei di Crema procede con i suoi progetti legati alla legalità. Stamattina in sala Alessandrini si è tenuto un partecipatissimo incontro con Giovanni Paparcuri, testimone di giustizia, scampato miracolosamente all’attentato in cui perse la vita Rocco Chinnici. Si legò profondamente al pool antimafia di Falcone e Borsellino tanto da lavorare al loro fianco, come addetto informatico, e averli anche come testimoni di nozze. Dopo il pensionamento Paparcuri ha deciso di lanciare il suo messaggio di promozione alla legalità incontrando adulti, ma soprattutto giovani e studenti. All’evento di martedì 20 hanno partecipato la dirigente scolastica del Galilei Paola Orini, la docente Greta Stanga e Alberto Colosio amico di Paparcuri. A portare i saluti dell’amministrazione comunale, l’assessore alla cultura Giorgio Cardile. In sala anche Achille Salerno referente del percorso legalità per le scuole. Il messaggio del relatore è chiaro: è importante fare memoria. Da Palermo, città originaria di Paparcuri a Crema perché la legalità non ha confini.

 

‘Ricordi indelebili’

Il ricordo di quei momenti, nella testa dell’ospite, sono sempre presenti. Raccontare a qualcuno la sua esperienza è una sorta di valvola di sfogo. Oltre a narrare episodi di vita vissuta, Paparcuri trasmette alcuni valori fondamentali di educazione civica: senso del dovere, diritti, giustizia e coraggio. La figura di Rocco Chinnici è sempre vivida. Per Paparcuri dare testimonianza è una missione. Facendo sue le parole di don Pino Puglisi: “anche facendo piccole cose, si può dare molto”. Nel 2023 ha incontrato 10 mila persone tra ragazzi e adulti. Lunedì 19 febbraio il testimone è stato ospite di Libera Crema. In collegamento streaming col Galilei anche alcune classi dell’istituto comprensivo di Offanengo, la cui scuola è dedicata a Falcone e Borsellino.

 

Il cambiamento della mafia

“La mafia oggi è è cambiata, non è più violenta e stravista come un tempo. Si è evoluta, ha indossato la camicia bianca, si è insinuata in aziende e uffici e spesso è più pericolosa di quella antica. Ora è più volta a ricatti, estorsione, riciclaggio e contrabbando di sostanze stupefacenti. La guerra e la mafia sono due cose diverse. In un conflitto, come in medioriente o in Ucraina, i il nemico è palese, si conosce. La mafia, molto spesso è invisibile. È difficile contrastarla perché non sempre si conosce il nemico. In entrambi i casi, l’obiettivo è il potere e il predomino sul più debole”.

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