19-05-2020 ore 16:30 | Cultura - Storia
di Andrea Galvani e Claudia Cerioli

Fiesco. È stato ritrovato un pozzo romano di 1500 anni fa durante i lavori sulla provinciale

Una decina di giorni fa Padania Acque ha ripreso i lavori di collegamento del collettore fognario di Fiesco al Serio 1 di Crema, passando per Salvirola. Durante gli scavi lungo la provinciale sono stati rinvenuti frammenti ceramici e laterizi di un insediamento collocabile tra il IV e il VI secolo d.C. Come spiega il sindaco Giuseppe Piacentini “l’importante ritrovamento è un’ulteriore conferma e un prezioso contributo sulle testimonianze archeologiche dell’età romana raccolte ad est e a ovest del Serio, che si aggiunge con particolare riferimento al libro dal titolo La memoria di Fiesco, scritto da Ferruccio Caramatti nell’anno 2004 con un saggio di Marina Volontè, curatrice allora della sezione archeologica del Museo di Cremona”.

 

Tomba celtica

“L’opera testimonia il ritrovamento di una tomba celtica scoperta a Fiesco nel 1967, così come il rinvenimento di materiali di età romana (monete, pesi di piombo, frammenti di anfora e tegole), recuperati nel 2003 in occasione dei lavori attuati nella nuova area artigianale in località Gerola, che si trova poco distante dal luogo dove è stata rilevata la presenza del pozzo romano. Fonte Flexum è il nome dato nuova casa dell’acqua recentemente collocata nel piazzale del municipio che a breve entrerà in funzione. Che sia questo un segno del destino?”

 

Il ritrovamento

“Nel mese di febbraio, mentre si procedeva alla posa della nuova condotta fognaria, un affioramento di laterizi romani visibile nel terreno in superficie ha insospettito gli archeologi: andando a verificare in profondità, ai loro occhi è apparsa una serie di mattoni disposti con andamento circolare, subito ricondotti alla presenza di un pozzo”. Come racconta il funzionario della Soprintendenza, Nicoletta Cecchini, lo scavo archeologico, condotto da Archeo studi Bergamo (sul campo Fabio Fiocchi e Michela Martinenghi), ha evidenziato “la mancanza della parte sommitale del pozzo, la presenza di mattoni ricurvi provenienti da almeno due differenti pozzi smontati e alcune parti di laterizi ipercotti che sono stati attribuiti alla distruzione di una fornace”.

 

Manufatti di 1500 anni fa

“Sul fondo sono finiti alcuni oggetti in legno, probabilmente caduti dall’alto e mai recuperati. I reperti prelevati si sono ottimamente conservati per effetto dell’acqua di falda che ha reso particolarmente complesso lo scavo ma che ci ha restituito manufatti di 1500 anni fa. I reperti sono attualmente affidati al laboratorio del centro di trattamento del legno imbibito, presso la Soprintendenza a Milano e affidati ad Annalisa Gasparetto, che ne ha avviato la pulitura”. Secondo gli esperti “è particolarmente interessante una sorta di cesto o secchiello, formato da piccole doghe di legno ricurve, bloccate tra loro tramite legature, forse usato per attingere l’acqua. È stato recuperato inoltre un attrezzo conformato a forcella, che potrebbe essere collegabile al sistema di sollevamento con carrucola del secchio. Sarà necessario tempo per progredire con il restauro degli oggetti recuperati: le operazioni per permettere la conservazione di materiali organici e in particolare del legno sono delicate e complesse”.

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