18-10-2021 ore 17:30 | Cultura - Libri
di Gloria Giavaldi

Avvocati di Cremona e Crema: la loro storia raccontata in un libro di Francesco Nuzzo

Raccontare l'avvocatura di ieri e di oggi. Per fare in modo che resista anche domani. Ché “ciò che è scritto resta”. È questo l'obiettivo di Avvocati di Cremona e Crema. Spigolature storiche dal Medioevo a oggi, l'ultimo volume di Francesco Nuzzo, fortemente voluto dall'Ordine degli avvocati di Cremona. Il libro verrà presentato domani, martedì 19 ottobre alle ore 17.30 in sala Da Cemmo. Interverranno, oltre all'autore, il sindaco di Crema Stefania Bonaldi e Marzia Soldani, presidente dell'ordine degli avvocati di Cremona. Modera Francesco Martelli, sovrintendente agli archivi del Comune di Milano e docente di archivistica. Ingresso libero con green pass. “Questo contributo – spiega l'autore – mi è stato fortemente richiesto dai vertici dell'ordine degli avvocati di Cremona. Doveva essere incentrato solo sulla storia più recente dell'avvocatura cremonese e cremasca, dal 1874 in poi, “ma le fonti erano deficitarie, così ho deciso di allargare lo sguardo dal punto di vista temporale e partire dal Medioevo”.

 

Crema e Cremona: una storia diversa

Il libro dunque è un viaggio nel diritto dei secoli, pieno di differenze tra Crema e Cremona. “Quando Crema è passata sotto il dominio della Serenissima,si è creato tra Cremona e Crema un punto di rottura: dal 1449 le due città avevano organi giudiziari diversi”. Ed una storia diversa: “Crema era irrimediabilmente legata alle vicende e all'evoluzione giuridica della Serenissima. Cremona, invece, era una città importantissima dal punto di vista giudiziario. Siamo in un'epoca in cui la storia giudiziaria era legata alla storia del potere politico”. Ancora lontana era la teoria della separazione dei poteri.

 

'Un ruolo ornamentale'

La situazione cambia radicalmente in epoca illuministica sotto la dominazione asburgica: “in questo frangente il ruolo dell'avvocato può dirsi solo ornamentale, dal punto di vista sostanziale”. Godeva di importanza solo “il ruolo del giudice. L'avvocato era importante solo sulla carta, interrompendo la tradizione che aveva nobilitato fino a quel momento la professione forense, secondo cui il profondo conoscitore del diritto poteva ben comprendere la vita politica”. Un altro giro di volta si ha dopo l'Unità d'Italia. “Precisamente nel 1874 quando fu emanata la legge che ha regolamentato la professione forense fino al 2012, fatta eccezione per il periodo fascista”. In quel frangente “il potere disciplinare in capo al consiglio dell'ordine era stato attribuito ai sindacati, sotto il controllo del regime fascista”. E poi si arriva ai nostri giorni, “passando per i nomi degli avvocati che hanno fatto la storia di questo territorio”. Certe memorie bisogna scriverle, “bisogna salvarle”. Con e per “l'avvocatura di domani”.

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