18-09-2021 ore 20:30 | Cultura - Manifestazioni
di Gloria Giavaldi

Immagini per la Divina commedia, la mostra al museo racconta sette secoli di storia

Codici miniati, edizioni stampate, xilografie, riduzioni per bambini per raccontare in modi diversi, attraverso epoche, modi e stili, l'attualità del messaggio dantesco. Ha aperto le porte oggi presso la pinacoteca del museo civico di Crema la mostra Un viaggio lungo settecento anni. Immagini per la Divina Commedia curata da Chiara Nicolini ed Edoardo Fontana, resa possibile grazie al contributo delle istituzioni culturali comunali, museo e biblioteca e tanti partner pubblici e privati. Tra questi la Società storica cremasca, le università (Pavia, Statale e Cattolica di Milano, Firenze), la Fondazione biblioteca di via Senato e l’Aldus club - Associazione internazionale di bibliofilia, nonché il coinvolgimento di collezionisti privati e studiosi provenienti da tutta la penisola. L'evento è inserito nelle manifestazioni per il settimo centenario della morte del sommo poeta.

 

Un viaggio nei secoli

Il viaggio parte dal manoscritto 280 della biblioteca comunale, cui questa mattina è stato dedicato un convegno a cura della Società storica cremasca e si snoda nei secoli fino ai nostri giorni. “Ciò che cambia radicalmente nel tempo – spiega Edoardo Fontana – è la volontà a partire dal 1800 di distaccarsi dal testo dantesco per dare adito ad una rappresentazione il più possibile personale. L'obiettivo di questa mostra dedicata all'iconografia dantesca, ma anche al libro è quello di far capire ad un pubblico, non solo locale, ma anche nazionale quanto l'opera sia stata condizionata dalle mode e viceversa”. Un focus è dedicato ad Amos Nattini, con le sue Imagini per la Divina Commedia, che lo impegnarono per oltre vent’anni: “il lavoro di Nattini funge da spartiacque tra lo stile ottocentesco ed il tentativo di proporre opere totalizzanti, capaci di descrivere l'essenza della Commedia nel suo complesso”. Lo sforzo di Nattini è mastodontico: era stato finanziato da un avvocato cremasco, di nome Rino Valdameri.

 

L'apporto femminile

Particolare attenzione, grazie allo studio di Chiara Nicolini, è riservata anche alle illustrazioni realizzate da donne. Da Sophie Giacomelli e dalle figurazioni tardo-preraffaellite di Phoebe Anna Traquair , passando per le miniature di Monika Beisner riprodotte in un’edizione Valdonega del 2005, i pastelli di Juke Hudig, per arrivare a due recenti adattamenti per bambini corredati da disegni di Valentina Canocchi e Maria Distefano. “Ciò che ci ha unito in questo lavoro che ormai dura da mesi è la passione”. Meglio, le fa eco Fontana, “è il desiderio di rendere l'attualità del messaggio dantesco. Alla parola di Dante possono essere attribuiti mille significati diversi. Da qui si vedono artisti che sono rimasti fedeli al testo, altri che hanno a questo attribuito un senso spirituale, altri ancora che l'hanno completamente tradito”.

 

Lavoro corale

Ciò che conta però “è che tutti hanno cercato di raccontare se stessi, la loro epoca, le loro abitudini ed il loro modo di concepire l'opera dantesca”. Lo hanno fatto oggi anche gli studenti del liceo Munari, impegnati nella realizzazione di un video dedicato alla ricorrenza dantesca. Per l'assessore alla cultura Emanuela Nichetti questa è la rappresentazione di un “lavoro lungo, intenso e corale da parte di tutte le istituzioni culturali coordinate da Silvia Scaravaggi e Francesca Moruzzi”. La mostra resterà aperta fino al 9 gennaio.

3089