18-03-2019 ore 20:57 | Cultura - Arte
di Intrecci+

Castelleone. Con Flavio Pirini sulla scena Alice nella città si trasforma nel Derby club

Sabato sera Flavio Pirini ha ricondotto il pubblico di Alice nell’immaginario sfumato del Derby club, fondendo le radici del genere con un personale repertorio, giocato sia sull’attualità che sugli stereotipi, per arrivare all’inevitabile tragicomicità della canzone milanese (come dice l’artista: i cantautori devono “soffrire”). Chitarra alla mano, essenziale gestualità e mimica facciale, Pirini ha tenuto il palco per circa due ore con le sue “canzoni sbagliate”. Privo di scenografia, essenziale, il cantautore spinge al massimo l’espressività del volto contrapponendola alla neutralità del corpo, caratteristiche portanti del genere Gaberiano del teatro-canzone. Tutto il resto è magicamente reso del tutto superfluo. Praticamente impossibile non essere travolti da questo artista, che con il suo approccio semplice e nitido arriva dritto al punto, ricreando il “preciso istante” vissuto dal personaggio facendolo riecheggiare tra il pubblico. Il timbro vocale, caldo e coinvolgente, rappresenta da sempre l’arma in più dell’artista milanese, convincente al punto da rendere viva anche la più strampalata delle pantomime. Ma le parole sono di fatto il contorno di un personaggio che esiste già, sbuffa, inarca le sopracciglia, si fa capire. La giusta atmosfera è stata colta immediatamente dal pubblico (numerosissimo e in grado di trovare spazio negli angoli più impensabili della sala di Alice) con il quale si è instaurato un rapporto di complicità sfociato in scambi di battute su temi disparati e quotidiani: dalle questioni politiche, alle risposte più convenienti per non deludere il proprio partner.

 

L’impossibile dimensione

Il risultato è stata la creazione di una situazione conviviale del tutto informale. Si fanno chiacchiere da bar, si parla di ciò che più ci accomuna, si affronta e discute una giornata scandita tra il lavoro ed il traffico, una birra, un caffè ed una sigaretta. Il finale ha proiettato tutti in una dimensione impossibile: dalla piccola sala di Alice ad uno stadio infinito in cui Pirini si fa Springsteen e il pubblico ne asseconda divertito la follia. Questa recensione è frutto del lavoro collettivo dei partecipanti al laboratorio INTRECCI+, finanziato da Fondazione Cariplo. Sarah Achahboune, Marta Galloni, Greta Nembri e Gianmarco Severgnini gli autori, guidati dall’insegnante Linda Confalonieri (Nouveau Danse Etoile) e dai formatori di Alice nella città.

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