17-12-2022 ore 20:36 | Cultura - Tradizioni
di Gloria Giavaldi

Presepe dei Sabbioni, si rinnova il miracolo della vita e la speranza invade i nostri cuori

Le note di Natale creano la giusta atmosfera: la porta del presepe dei Sabbioni, a cura dell'associazione intitolata a Giovanni Alghisio, è di nuovo aperta. E la magia del Natale è già qui. Tra i personaggi di un tempo andato – ci dice una ragazza- “è come sentirsi a casa. Un'occasione per condividere con i nostri cari attimi di vita passata”. O meglio, raccontare ciò che siamo stati attraverso i volti dei protagonisti. Perché, la verità è che il presepe dei Sabbioni non è un semplice presepe. “E' una tradizione che ogni anno si rinnova ed è da sempre e per sempre in grado di stupire” spiega il volontario Gabriele Pagliari. Tutto ha preso vita “nel 1989 da un'idea di Giovanni Alghisio. Ha messo insieme le tradizionali statue della Natività e poi ogni anno ha aggiunto protagonisti. Ha cercato di raccontare i nostri luoghi, le tradizioni dei nostri posti, i nostri valori”. Ha consegnato un'eredità importante “che racconta soprattutto ai più piccoli uno spaccato del nostro territorio”.

 

Generazioni per mano

Della nostra storia. Oggi il presepe dei Sabbioni aiuta le generazioni a prendersi per mano. La fila di nonni coi bambini è corposa già alla prima apertura pomeridiana. “I piccoli – ci dicono alcuni – vogliono tornare tutti gli anni e li accompagniamo volentieri”. I nonni sono importanti guide “per raccontare ciò che abbiamo vissuto sulla pelle”. Quando non c'era la tecnologia e nelle campagne la parola d'ordine era semplicità. Tempi in cui i mestieri si facevano con le mani in pasta, il fuoco caldo e un buon bicchiere di tè o di vin Brulé. “Varcando quel cancello – riprende Pagliari – sembra di tornare indietro nel tempo. Qui si vive un altro tempo che ancora ci appartiene e che è giusto ricordare”.

 

Il miracolo della vita

Ogni ambientazione, secondo un volontario storico, “racconta la vita che si genera”. Perché il miracolo e la magia del Natale si respira ogni volta che qualcosa prende vita. Lo racconta il pescatore, la maestra, il falegname, il bimbo in culla, quello che impara a camminare. Fino al bambin Gesù. “Questa opera di Giovanni Alghisio celebra la vita in ogni sua forma e far continuare questa meraviglia è nostro dovere”. Dalla morte di Giovanni le statue non sono più state aggiunte, ma “cerchiamo di rinnovare o incrementare le attrezzature, grazie ai doni della nostra comunità” riprende Pagliari. Quest'anno la novità è rappresentata della curidura, una sorta di girello all'interno del quale i bimbi più piccoli imparavano a camminare. “Anche per chi viene dalla campagna rappresenta una novità, un oggetto mai visto prima”.

 

La tradizione si rispetta

Il presepe è meta anche per persone da fuori provincia. “Questa mattina ci ha raggiunto una famiglia di Caorso, in passato sono persino venuti da Bari. Significa che ormai è punto fermo negli itinerari natalizi degli italiani”. Anche un nutrito gruppo di Babbi Natale ha fatto visita al presepe in Vespa. A guidarlo il presidente del Motoclub Crema Alessio Doldi: “perché qui? Perché la tradizione si rispetta. E poi vogliamo strappare un sorriso”. La tradizione si rispetta, Babbo Natale non si può contraddire. Il presepe sarà aperto fino al 15 gennaio tutti i giorni dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 22.

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