17-12-2016 ore 19:47 | Cultura - Teatro
di Ilario Grazioso

Intimità e confronto tra generazioni, grande prova di Monica Guerritore e Alice Spisa

Lo scontro generazionale nelle quasi due ore di intensa interpretazione fornite da Monica Guerritore e Alice Spisa, che hanno portato al san Domenico il testo di Donald Margullies, premio Pulitzer nel 2000. Ciò che resta della serata, mutuando il titolo dello spettacolo è proprio il confronto, l’intimità che si viene a creare tra le protagoniste, l’amore/odio tra le due donne, maestra e allieva, con quest’ultima rappresentante di una gioventù che non si fa scrupoli. Una gioventù che pian piano cerca di rubare ciò che può alla maestra, al costo di tradirne la fiducia.

 

Rovistare tra gli scarti della vita

“Al cielo si sale con le mani io non ho mai creduto agli angeli”, sono le prime espressioni che vengono pronunciate da Ruth Steiner, scrittrice di successo che alterna quest’attività a quella dell’insegnamento. Ad interpretarla, Monica Guerritore che ha curato anche la regia. Frase significativa detta all’inizio, a testimoniare che per giungere all’obiettivo finale occorre impegno quotidiano. La comparsa sulla scena della giovane scrittrice Lisa Morrison, parte dalla presentazione della bozza del suo primo racconto da sottoporre all’attenzione dell’affermata Ruth, e da lì inizia il percorso di conoscenza tra le due donne. Il tempo è la scuola da cui impariamo, ricorda più volte Ruth che sciogliendosi racconta il suo vissuto a Lisa. Riavvolgendo nel tempo il film della sua vita, parla dei suoi 20 anni, della ragazza innocente di origine ebrea, di Delmore Schwartz, poeta, filosofo, scrittore, mentore del giovane Lou Reed. Racconta l’ammirazione per la figura del grande poeta e l’amore per lui, i suoi eccessi e ciò che suscitava in lei, ragazza venuta a New York da Detroit per fare la poetessa. Nell’incontro-scontro tra le due protagoniste, emergono le indicazioni della maestra, laddove Ruth spiega che in fondo tutti gli scrittori rovistano tra gli scarti della vita, per prenderne spunto nelle loro opere.

 

Fiducia tradita

Ma la giovane allieva ha l’ambizione di scrivere, non vuole sprecare tempo e fa una sorta di copia/incolla della storia carpita a Ruth, per inserirla nella sua prima vera opera da mandare alle stampe. Nella seconda parte dello spettacolo la Guerritore parte dalla platea e sale sul palco, in un’atmosfera fatta di luci soffuse, monologhi e voci fuori dal campo. Ruth si accorge che l’allieva scrive della sua storia e se ne lamenta. La risposta che riceve da Lisa disorienta: la protagonista della storia che ha scritto, non sarebbe la giovane Ruth, ma “una discepola che vuole ottenere la stima del suo mentore” dice Lisa. Da lì parte la critica che Ruth destina al libro di Lisa e alla fiducia che appare ai suoi occhi ormai tradita. Alla fine, gli applausi accompagnano la riflessione su questi temi nello spettatore.

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