17-08-2021 ore 13:34 | Cultura - Storia
di Andrea Galvani

Trieste, Siracusa e Budapest. Le collezioni egizie cremasche a livello internazionale

“È inusuale che un piccolo museo abbia la fortuna di conservare e valorizzare antichità egiziane”. Come spiega Francesca Moruzzi è invece il caso, del tutto particolare, del Museo civico di Crema e del Cremasco che conserva due collezioni egizie di rilevante interesse che contano più di duecento reperti. Inaugurata nell’aprile del 2019, la sezione egizia cremasca si fonda sui reperti del lascito Carla Maria Burri (1935-2009). Collezione incrementata lo scorso anno grazie alla donazione di antichità della collezione Campari Lucchi. Ad oggi oggetto di studi e approfondimenti ha reso necessaria una chiusura temporanea e una complessiva revisione dello spazio espositivo”.

 

Da Trieste a Siracusa

La riapertura è prevista per il prossimo autunno. Nel frattempo il curatore scientifico della sezione, l’egittologo Christian Orsenigo, ha proseguito gli studi sui reperti, presentando le collezioni egizie del Museo civico di Crema in tre importanti appuntamenti di rilevo internazionale. Il 21 giugno in occasione dell’undicesimo congresso europeo degli egittologi organizzato dal Dipartimento di studi umanistici dell’università di Trieste e dall’Institute for Mediterranean and oriental cultures della polish academy of sciences di Varsavia (sotto il video dell'intervento integrale), mentre il 6 agosto al Museo del Papiro Corrado Basile di Siracusa ha tenuto un intervento intitolato ‘Egitto depredato: storie di furfanti, ladri e falsari all'ombra delle Piramidi’, tracciando la storia della formazione della collezione cremasca e approfondendo la tematica delle ricerche condotte dal istituto cremasco per verificare l’autenticità di alcuni reperti.

 

I bronzetti cremaschi

La collezione dei bronzetti (fra attività di conservazione e studio) saranno invece presentati al ventesimo convegno di egittologia e papirologia in programma a Siracusa (29 settembre-3 ottobre). Il museo di Crema possiede una quindicina di bronzetti che possono essere ricondotti a un arco temporale che va dall’epoca tarda a quella bizantina. Reperti recentemente sottoposti ad un intervento di conservazione effettuato dal Lab ReBA (Carlotta Nobile, Ilaria B. Perticucci, Rita Reale). Prima del convegno siracusano (dal 16 settembre) il Museo civico di Crema e del Cremasco sarà rappresentato da Orsenigo a Budapest in occasione della grande mostra Amenofi II e la sua epoca: La scoperta della tomba del Faraone, organizzata da Sole 24 Ore Cultura in collaborazione con il Museum of Fine Arts di Budapest, della quale Orsenigo è curatore scientifico assieme alle egittologhe Patrizia Piacentini e Éva Liptay.

 

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