15-10-2019 ore 13:42 | Cultura - Musica
di Marco Oldrini

Lacuna Coil: è uscito Black Anima, intervista al batterista cremasco Richard Meiz

È uscito l’11 ottobre Black Anima il nuovo disco dei Lacuna Coil, la band milanese nata nel 1996 e che è si ritagliata un importantissimo ruolo nel panorama metal mondiale. Black Anima vede l’entrata definitiva nella band del batterista cremasco Richard Meiz. Ecco la nostra intervista. Prima di tutto i complimenti per questo importante risultato ottenuto. Vogliamo sapere come ha iniziato a suonare, il suo percorso e quali sono stati i suoi batteristi di riferimento.

 

Led Zeppelin first

“Tutto è cominciato quando avevo circa 13 anni. In un viaggio con mio padre sentii per la prima volta i Led Zeppelin e ricordo che quello fu il momento nel quale decisi di voler suonare la batteria. Ho cominciato poi a studiare presso la scuola Monteverdi, qui a Crema, seguito da Cesare Bernasconi e successivamente all’accademia Nam di Milano con Tullio De Piscopo e Matteo Mammoliti. Ho sempre ascoltato metal. Sono sempre stato un grande fan dei Dream Theater e direi che Mike Portnoy (loro ex-batterista) sia sempre stato la mia maggiore influenza musicale. Con il tempo ho poi fatto riferimento anche ad altri batteristi come Chris Adler (Lamb Of God), Matt Halpern (Periphery), Tomas Haake (Meshuggah), Gavin Harrison e tanti altri. Ho sempre cercato di prendere da loro le cose che più mi rappresentavano”.

 

Senza compromessi

Richard ha sempre dimostrato grande determinazione e convinzione nel suonare un certo tipo di musica, quella metal, che in Italia non ha molta visibilità. Eppure l’ha fatto senza mai scendere a compromessi. “L’Italia non è un paese dove questa musica è apprezzata. Abbiamo una cultura musicale diversa, più marcata su altri generi nei quali siamo comunque “forti”. Quello che non manca qui è l’underground. I metalli in Italia ci sono, sono tanti e sono validi, manca solo il modo di potersi fare ascoltare. Penso di aver imparato in questi anni una lezione fondamentale: non avere un piano B. Con tutte le difficoltà che ci sono per una band affiatata e per dei musicisti in gamba, è già complicato riuscire a fare questo lavoro. Un piano B è spesso una distrazione, un’ancora di salvataggio che non permette di avere la spinta adeguata per dare tutto quanto in questo percorso. Basta non arrendersi e avere qualcosa da dire”.

 

L’ingresso nei Lacuna Coil

Come è nata la tua collaborazione con quella che oggi potremmo definire la band italiana heavy metal più conosciuta al mondo? “Conoscevo i Lacuna Coil dal 2014, quando Maki (Marco Coti Zelati, bassista) ha lavorato come produttore per il disco della mia band, Genus Ordinis Dei. Da li è nata una buona amicizia con loro e penso una stima reciproca. Mi era già capitato di suonare per loro nel 2015, poi Cristina Scabbia (cantante) ha partecipato al nostro disco come guest in una canzone. Insomma, siamo sempre rimasti in contatto. Quest’anno mi è stato chiesto di registrare il loro ultimo disco Black Anima e di partecipare alle date estive nei festival e alla tournée europea che partirà a novembre”.

 

La registrazione di Black Anima

“Com’è stato registrare Black Anima? È stata un’esperienza fantastica e per certi versi anche assurda! Ricordo che ero in tour in Europa con i Genus Ordinis Dei, e che lavoravo a ritmi abbastanza assurdi per certi versi. Finivamo la data, si tornava sul tourbus e si andava a dormire alle 3 del mattino (quando andava bene!) e alle 8 mi svegliavo per lavorare alle pre-produzioni, fino a quando non ricominciava un’altra giornata tra load-in, soundcheck e live. È stato un mese direi “difficile”. Poi appena tornato dal tour ho avuto una settimana per impararmi i brani e via in studio a registrare. Però, per quanto mi riguarda il risultato è andato oltre le mie aspettative. Il disco sta avendo un riscontro super positivo e ne siamo tutti molto felici”. Quali sono i paesi in cui farete la promozione del disco? “Al momento negli Stati Uniti e poi a novembre comincerà una tournée di due mesi in Europa insieme a Eluveitie e Infected Rain. E sicuramente ci saranno altre novità per il 2020. I paesi più ricettivi per il metal sono la Germania e il Regno Unito, ma in generale fuori dall’Italia il mercato è molto diverso”.

 

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