15-02-2018 ore 20:14 | Cultura - Arte
di Lidia Gallanti

Ologrammi e fantasia al CidNeon di Brescia, il drago 3D di Davide Carioni domina il cielo

Basta uno specchio d’acqua e un fascio di luce per dare vita ai mostri della fantasia. Succede a Brescia, nel cortile del castello, dove ancora per qualche notte sarà possibile scorgere un enorme drago affacciato sulla città. Niente paura, è tutto frutto dell’immaginazione di Davide Carioni, artista cremasco che quest’anno partecipa alla seconda edizione del CidNeon, festival internazionale delle luci di Brescia.


Tra rendering e vernice fresca
Da un lato sofisticate sculture virtuali, dall’altro le mani sporche di vernice da spruzzare sui muri. Sono le due anime di Davide – noto come Asker - writer atipico che unisce la passione per la street art all’esperienza di art director e creativo virtuale. Alle spalle il diploma di perito informatico all’Itis Galilei di Crema e una formazione universitaria legata al design, dall’accademia di Brera al politecnico di Milano. La street art e i new media sono in stretta correlazione: “Dipingere ha influenzato fortemente il mio rapporto con il mondo delle proiezioni in contesti urbani”. Nel 2008 la scelta di lavorare come freelance. “Proprio quando è iniziata la crisi – ride – sono stati dieci anni intensi in cui ho lavorato molto, collaborando con artisti e società italiane e straniere, da Cremona a Dubai, senza abbandonare la street art nel tempo libero”. A fine 2015 apre un suo studio a Milano, “un laboratorio in coworking, per ricevere contaminazioni da parte di chi condivide con noi spazi e idee”. Oggi il suo team conta nove persone, tra web designer, illustratori grafici, calligrafi ed esperti di video interazioni digitali. Le richieste non mancano, ma “stupire non basta più: nel mondo delle nuove tecnologie si possono realizzare cose stupende ma tutto è effimero e ha vita molto breve, devo continuamente inventarmi qualcosa”.


Acqua, luce e draghi virtuali
Tra gli ultimi lavori, il progetto presentato al CidNeon. “Si tratta di un drago olografico ricreato digitalmente, utilizzando una tecnica finora utilizzata su superfici di vetro, per la prima volta applicata a “schermi d’acqua, che permettono di dare corpo e tridimensionalità alla figura”. La prima sperimentazione nasce nel bacino di san Marco a Venezia durante la festa del Redentore con un drago di 20 metri per 7 proiettato in laguna, replicato al Glow festival di Eindhoven. Fino al 17 febbraio sarà nel cortile del castello di Brescia. Chissà che la prossima tappa non sia proprio Crema, dove si narra la leggenda del drago Tarantasio, il mostro del lago Gerundo. “Mi piacerebbe molto lavorare per la mia terra d’origine, aspetto solo una buona occasione”.

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