14-11-2023 ore 17:30 | Cultura - Incontri
di Giulia Tosoni

L'Entrée d'Espagne. Poema epico medievale, "importante per la letteratura italiana"

Il poema epico nell'Italia medievale: l'Entrée d'Espagne, questo il titolo dell'incontro presentato dal professore ordinario di filologia linguistica romanza dell'Università Cattolica di Milano Paolo Gresti. Penultimo incontro dell'anno organizzato dall'associazione ex alunni del liceo Racchetti, al quale hanno partecipato alcune classi del Galilei e del Racchetti - Da Vinci.

 

L'Entrée d'Espagne

L'Entrée d'Espagne è un capolavoro nato nell'Italia settentrionale, una lunga chanson de geste nella quale l'autore, rimasto anonimo, narra l'impresa di Carlo Magno in Spagna, nello specifico si concentra sui 7 anni spagnoli di Carlo Magno citati nella "Chanson de Roland", la più antica chanson de geste francese mai esistita. Tutto l'Entrée è scritto in una lingua mista, all'interno dell'opera si trovano espressioni e vocaboli tipici della lingua d'oil (francese) accostati a termini tipici dell'Italia settentrionale. La combinazione di queste due parlate ha dato origine al franco - italiano, lingua mista letteraria usata da autori italiani per scrviere poemi epici. "L'Entrée d'Espagne è un poema importante per la letteratura italiana perchè ha creato un legame tra l'epica antica e la nuove epica e, proprio al centro, sta l'Entrée" ha spiegato il professor Gresti.

 

 

La letteratura franco italiana

Le opere scritte in franco - italiano si distinguono in tre categorie: le copie di testi francesi realizzate dai copisti italiani, opere francesi arrivate in Italia che oltre ad essere state copiate sono state anche rimaneggiate dai copisti e opere scritte in Italia da autori italiani che usano la lingua mista, quest'ultimo è il caso dell'Entrée. La conservazione, fino a giorni nostri, delle opere franco italiane è stata resa possibile grazie alla famiglia di Gonzaga di Mantova che, grazie alla passione per la lettura ha redatto una sorta di inventario contenente tutti i manoscritti.

 

La passione per la lingua francese

Nell'Italia settentrionale, a partire dalla metà del XIII secolo fino alla metà del XIV secolo, si usavano più varietà linguistiche. Il latino era considerata la lingua di riferimento usata per gli scritti ufficali, conoscito dalla popolazione più colta. Contemporaneamente al latino, in Italia settentrionale acquisisce popolarità anche la lingua d'oc , tramandata dalle poesie dei trovatori francesi. Al fianco dei trovatori vi erano anche i giullari, il cui compito era cantare cantare poemi epici in lingua d'oil nelle piazze italiane. La lingua d'oil trovò la sua fortuna nell'Italia settentrionale e fuorno parecchi gli autori che la scelsere per le proprie opere, tra cui: Martin Da Canal che scrisse un libro sulla storia di Venezia in d'oil, Nicolò da Verona, tra le sue opere più conosciute vi è "La presa di Pamplona" altro non è che il continuo dell'Entrée e Raffaele da Verona con il suo "Aquilone di baviera", l'ultima opera franco - italiana conosciuta.

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