14-07-2019 ore 18:29 | Cultura - Incontri
di Tiziano Guerini

I Manifesti di Crema. Cristina Cattaneo e il dramma dei morti nel Mar Mediterraneo

Incontro al centro culturale sant'Agostino per la rassegna I Manifesti di Crema con il medico legale e docente di Medicina legale Cristina Cattaneo, anatomopatologa, direttrice del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense. Argomento dell'incontro il tema che ha dato il titolo al suo ultimo libro Naufraghi senza volto che si riferisce ai numerosi naufragi che avvengono sul Mediterraneo con i barconi dei migranti che fuggono dalle guerre e dalla fame dei loro Paesi d'origine per finire spesso nelle prigioni libiche.
 

Il dramma dei naufraghi nel Mediterraneo

"La notte del 3 ottobre 2013 una imbarcazione si rovesciò con circa 400 persone a bordo quasi tutti di origine eritrea. Furono recuperati 366 cadaveri". Chiamata ad identificare per quanto possibile, quei cadaveri per Cristina Cattaneo incomincia una "crociata": restituire un nome, una storia ed una dignità ai morti che quel mare continua a restituirci. Tutto questo Cattaneo l'ha raccontato, sollecitata dal giornalista Giovanni Bassi, davanti ad un pubblico numeroso e attento che ha riempito i chiostri del centro culturale cittadino. Dare un volto significa dare una identità e questo rende possibile dare qualche risposta ai tanti famigliari che dai loro lontani Paesi cercano di sapere se e come è morto un loro figlio, un padre, una madre, un parente.
 

La scienza per conoscere la verità

"Identificare i morti per i vivi" dice Cristina Cattaneo. Il riconoscimento parte dai vestiti, meglio conservati dei cadaveri; vestiti che dicono molto dei loro proprietari: dai documenti, ai titoli di studio, dagli attestati di lavoro a poche banconote. Tutto molto inquietante perché mette direttamente a contatto con la vita disperata delle persone in fuga. Nel laboratorio milanese diretto dalla Cattaneo si affrontano anche tematiche legali collegate con i delitti più efferati e complessi non solo dell'attualità ma anche riferibili a materiale archeologico; tutto questo in collaborazione fra diversi uffici di indagine e di emergenza: le Procure, i vigili del fuoco, la Marina militare, le università. L'attenzione con cui i numerosi presenti hanno seguito il dibattito testimonia l'apprezzamento nei confronti del difficile lavoro dell'anatomopatologa e dei suoi collaboratori, e della dimensione assolutamente scientifica e mai strumentale con cui sa trattare un argomento politicamente sensibile.

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